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			Gouf ascoltò con attenzione ogni parola di Melisendra. 
  Era diversa. 
  Appariva indifesa, inquieta, impaurita e sembrava cercare protezione fra le sue braccia. 
  Come un fiore di cristallo, inviolabile e inattaccabile, ora pareva volersi aprire ed assumere, finalmente, colori vivi e reali. 
  “Mi chiedi un giuramento…” disse senza distogliere lo sguardo dal soffitto “… non ho mai creduto in niente che non fosse me stesso… forse perché non ho mai dato valore a nulla… potrei giurare dunque su qualsiasi cosa, anche sul mondo intero… avrebbe valore per te?” Domandò voltandosi a fissare i suoi meravigliosi occhi di giada. 
  Lasciò scorrere le sue dita lungo la schiena di lei, in una lunga e sensuale carezza. 
  Poi le sfiorò il viso e la bocca. 
  “Non so come finirà questa guerra…” mormorò “… forse cadrà davvero Capomazda, o forse la rovina sarà per noi… o, chissà, sarà tutto questo tormentato mondo a perire e noi tutti con esso…” si voltò a fissare l’immensità della notte dalla finestra “… ho un castello sulla strada che conduce a Nord… lì ci sono servitori fedeli e tanto di quell’oro da poter garantire un futuro più che tranquillo a te ed a Uriel… se dovesse accadermi qualcosa, voglio che tu e tuo figlio raggiungiate quel castello… lì sarete al sicuro da tutto e tutti… anche da lui…”
		 
		
		
		
		
		
		
			
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				AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
			 
		
		
		
		
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