Morrigan seguì la mano di Guisgard e fissò l'edificio che si disegnava con difficoltà contro l'oscurità della notte.
Non avrebbe saputo dire quante miglia avessero percorso, perchè il paesaggio le era sembrato a tratti tutto uguale. Passò lo sguardo su quella valle e sulle colline intorno, poi i suoi occhi si posarono nuovamente sulla sagoma del convento.
"Che strano posto..." mormorò.
Più che un luogo adatto alle preghiere, le sembrò un luogo di dimora per anime in pena. Ma non lo disse a Guisgard. Forse era per quell'oscurità notturna che le aveva dato quell'impressione, e non occorreva quindi palesarla.
"Cosa faremo una volta giunti li, socio?" domandò sottilineando con un sorriso quel nuovo appellativo che tanto le piaceva pronunciare in quella lingua.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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