Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 25-05-2011, 02.26.51   #923
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
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Melisendra sarà presto famoso
Mi rilassai contro il suo petto, ascoltando il suo respiro regolare.
Non sapevo nulla di lui. Me ne resi conto nel momento in cui mi fece quella domanda. A dire il vero non conoscevo nulla del suo passato, delle sue origini o della sua infanzia... nella stessa misura in cui le mie stesse origini mi erano ignote.
Non sapevo che sapore avesse una vita libera e spensierata. E se anche lo avevo saputo, qualcuno aveva strappato quei ricordi e mi aveva lasciato solo ombre incerte.
"Non ho ricordi di mio padre e nemmeno di mia madre. Ricordo il giorno della mia cattura, quando ero poco più di una bambina, e le strilla di una donna. C'era un villaggio, una casa, forse dei fratelli... e poi il fuoco, morte." La nebbia copriva molti particolari. "Lui fece a brandelli i miei ricordi e distrusse tutto ciò che amavo... mi rese schiava per molto tempo. Ero così abituata ad uccidere che quasi persi me stessa."
Mi rannicchiai, istintivamente.
"Poi conobbi te, eri diverso e abbassai la guardia... qualche tempo dopo scoprii che ero incinta... mi ero dimenticata cosa significasse la vita." Deglutii, cercando di riprendere a fatica il filo dei pensieri che mi avevano scossa in quel momento. "Ero terrorizzata e quando lui lo scoprì andò anche peggio, infatti mi costrinse a portare a termine il mio compito..." rammentai il senso di colpa terrificante che mi prese quando lo vidi crollare sul pavimento davanti a me.
"Quando seppi che avrei avuto un maschio... non so, divenne improvvisamente reale e la paura svanì. Non ero riuscita a salvare te, ma avrei salvato lui." Mi rigirai una ciocca di capelli intorno all'indice. "Prima di fuggire decisi che lo avrei chiamato Uriel, come l'Arcangelo del Tuono e del Terrore, che presiede i cancelli dell'Eden con una spada fiammeggiante... altrimenti conosciuto come l'Angelo del Pentimento." Sospirai. "Era l'unica cosa buona e sacra che avrei mai avuto la speranza di generare, in quei momenti di disperazione la pensavo così. Era la vittoria della vita sulla morte... e mi ci aggrappai." Mi voltai verso di lui, intento a scrutare il soffitto, e lo abbracciai.
"Sono le nostre scelte a condurci a rovina o felicità... dispensare morte perchè non conosco nient'altro non è una ragione sufficiente che possa nascondermi per sempre dalla responsabilità delle mie scelte. Scelgo con cura le mie battaglie e quando è il caso di combatterle." Appoggiai il mio capo sulla sua spalla e ripresi, con la voce tremante. "Pensavo di essere morta il giorno della mia cattura e sono morta tante volte anche in seguito, durante la prigionia e l'addestramento... Ho odiato tutti gli uomini, ho desiderato ucciderli tutti nel momento in cui posavano lo sguardo su di me e riuscivo a indovinare i loro pensieri. Continuavo a morire d'odio. E ora... amo la vita, da quando ho scoperto di essere viva, nel momento in cui ho capito che ero capace d'amare."
Le luci delle candele tremarono.
La mia mano si mosse sul suo viso e gli accarezzò i capelli. Quei tratti sembravano scolpiti nell'alabastro. Quegli occhi continuavano a posarsi qua e là, come se nulla potesse sfuggirgli. Mi strinsi a lui e rimasi ad ascoltare il suo respiro regolare, affascinata.
"Non mi hai mai detto niente di te... e non volevo essere indiscreta, quando ho visto qualcosa del tuo passato durante il rituale. Non era mia intenzione." Titubai e infine domandai: "Potresti giurarmi che non farai mai del male a Uriel? Potresti? E se mi succedesse qualcosa... giureresti di non permettergli di percorrere la nostra strada?"
Mi sollevai e mi sporsi su di lui, fino a quando con incontrai i suoi occhi.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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