Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 25-05-2011, 01.00.23   #918
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Aveva capelli corti di un nero implacabile, lo sguardo cupo, indecifrabile ed inquieto, scolpito e racchiuso, quasi imprigionato, in quei grandi occhi nerissimi e luccicanti di una luce indefinita.
Una luce mutevole, sfuggente, indomita, tormentata.
La sola luce, se ciò fosse mai possibile, capace di poter attraversare l’Inferno e riemergere nel nostro mondo.
Il viso era pulito, senza barba né baffi, ma severo ed indomito.
Un viso modellato e forgiato sulle infinite passioni che animavano l’uomo chiamato da tutti Cavaliere del Gufo.
Un viso dai tratti regolari ma tinto di quel mortale pallore.
Come se quel cavaliere avesse trascorso l’infanzia e la primissima giovinezza rinchiuso chissà dove.
Forse proprio in uno dei gironi infernali che animano la vita di alcuni uomini e la rendono una fatale anticipazione dei veri tormenti dell’Ade.
Fissò Melisendra in quella sua veste di seta trasparente che solo a stento celava il suo bellissimo corpo.
“Ho conosciuto molti volti del coraggio…” disse accogliendola sul suo petto ed accarezzando i suoi lunghi capelli “… cavalieri nel pieno della battaglia strapparsi una lancia dalla gamba per riprendere a combattere… madri salutare i propri figli prima di una guerra e certe di non rivederli più… uomini andare in contro alla morte senza tradire emozioni… ma in nessuno, oltre te, ho mai visto tanto attaccamento alla vita, pur con la consapevolezza che essa possa esserci portata via in qualsiasi istante… questo ho sempre ammirato in te, Melisendra… sei una donna sola, forse vittima di un destino beffardo e crudele proprio come me… eppure sprigioni una voglia di vivere sconosciuta a molti… se mai io dovessi avere rimpianti essi riguarderebbero forse solo te… Uriel…” sussurrò fissando il soffitto dipinto della stanza “… perché questo nome? Era quello di tuo padre?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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