Guisgard ascoltò le parole di Morrigan senza battere ciglio.
La fissava con uno sguardo enigmatico e sfuggente, come se nessuna emozione attraversasse in quel momento il suo animo.
Rasyel fissava pensierosa da una verde collina la campagna che sembrava ai suoi occhi sterminata, come i sogni che si fanno da piccoli e che poi restano per sempre racchiusi nel nostro cuore.
Ad un tratto qualcuno le cinse i fianchi, stringendola a sé.
“Allora non sei più in collera con me…” disse Ardross soffiando dolcemente tra i suoi capelli.
“Lasciami, non ti ho perdonato e non lo farò mai!” Indispettita lei.
“Oggi sei più bella del solito…”
“Lasciami!”
“Oggi c’è il torneo…” sussurrò lui “… ho bisogno di una dama che mi accetti per campione…”
“L’altro giorno sembravi molto interessato a lady Govia, mi pare! Prova a chiederle di essere il suo campione!”
“Non conosco nessuna lady Govia... mi vuoi come campione,
Rasyel?”
“No!”
“Ieri notte andasti via senza neanche salutarmi… senza neanche un bacio…”
“Mio marito rientrò prima ed io dovetti rincasare all’improvviso...” mormorò lei “... e poi non sono stata bene…”
“Cosa hai avuto?” Chiese preoccupato lui.
“Un lieve capogiro ed un pò di nausea... ma non è nulla di preoccupante… il medico mi ha già vista…”
“Ebbene?”
“Sono incinta…”
Lui restò meravigliato.
“Credi che…”
“Ti odio!” Voltandosi di scatto lei. “Sarai anche il futuro Arciduca, ma come uomo sei un egoista ed un insensibile! Sai bene che sono mesi ormai che non permetto più a mio marito di toccarmi! Ma non temere, nessuno saprà mai la verità!”
“Sciocca…” posando un dito sulla sua bocca “… non potrei essere più felice… non mi importa nulla della stirpe, del ducato e di quello che si dirà...”
“Somiglierà a te in tutto, lo so…” commuovendosi lei “… avrà i tuoi occhi, i tuoi capelli ed il tuo volto… ed anche il tuo carattere impossibile...”
“Un piccolo Lancillotto!” Sorridendo lui.
Lei lo fissò in lacrime.
“Ti amo tanto...” sospirò “... ed ho tanta paura…”
“Lui la baciò, abbracciandola forte.
Il ricordo di un racconto udito da piccolo affiorò nel suo cuore.
Prese fra le mani il medaglione datogli da Morrigan e lo fissò.
Si lasciò poi cadere ai piedi di un albero, cominciando a suonare la sua ocarina.
“Mamma, mamma…” chiamava il piccolo Guisgard “… com’era il mio papà?”
“Era un bellissimo cavaliere...” rispose lei “… assomigliava a Lancillotto, il più forte di tutti...”
“Com’era Lancillotto, mamma?”
“Somigliava a te, piccolo mio…” sorridendole lei “… aveva i tuoi occhi, i tuoi capelli ed il tuo volto...”
E quel ricordo sembrò volare via sulle note malinconiche della sua ocarina.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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