Gouf ascoltò le parole di Melisendra senza rispondere nulla.
Poi si alzò dal letto e si rivestì.
“Vedremo…” disse senza voltarsi.
Un attimo dopo uscì dalla stanza.
Raggiunse l’armeria e cominciò a scegliere alcune delle sue armi.
“Mio signore…” entrando Aytli.
Lui la fissò.
“Attendevo i tuoi ordini per la missione a Capomazda.” Continuò lei.
“Non ci sarà alcuna missione…” fece lui “… è troppo rischioso.”
“Per me o per lei, mio signore?”
“Per entrambe.”
“Ti fidi al tuo punto di lei…”
“Ora basta, Aytli!” La zittì lui. “Questi sono i miei ordini!”
“I tuoi ordini…” mormorò lei “… mi avevi promesso…”
“Siamo in guerra, Aytli! E non tollererò più discussioni simili!”
“Mio signore, ti chiedo di premiare la mia fedeltà…” replicò lei “… lei resterà qui, al sicuro… ma io ti chiedo di poter andare comunque a Capomazda per indagare.”
“E’ troppo pericoloso.”
“Sono il tuo miglior cavaliere… ti chiedo di essere inviata a Capomazda… non negarmi questa richiesta, mio signore… me lo devi e tu lo sai…”
La fissò.
“Voglio andare a Capomazda, mio signore…” aggiunse lei “… fidati di me, non mi accadrà nulla… sai bene che quelle informazioni per noi sono troppo importanti… da esse dipendono il nostro attacco decisivo e l’esito della guerra…”
Gouf si voltò verso le sue armi.
“Dammi la tua fiducia ancora una volta, mio signore…”
“Aytli…” esitò “… hai sette giorni di tempo, poi dovrai far ritorno al castello… qualsiasi sia l’esito delle tue indagini.”
“Si, mio signore. Grazie” Ed uscì dalla stanza.
In quel momento una strana ed indecifrabile sensazione sorse nell’animo del Cavaliere del Gufo.