Cittadino di Camelot
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Non temere mai la verità, soleva dire mio padre. Anche quando non è semplice, anche quando ti fa paura, anche quando è dura da affrontare, niente varrà allo stesso modo.
La verità...
Avevo detto la verità ad Icarius su di noi, gli avevo parlato con una franchezza che mai avevo osato usare con lui prima... e ogni cosa mi appariva perfetta adesso.
Sorrisi.
Non sapevo per quanto tempo questo sarebbe durato e non mi importava, sapevo solo che non c’era niente altro che desideravo al mondo se non restare lì per sempre in quell’attimo, guardare i suoi occhi, ascoltare la sua voce...
Poi qualcosa ci destò.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Per qualche altro istante i loro occhi furono gli uni negli altri, quando, all’improvviso, nella cupa vastità della brughiera risuonò un qualcosa di indefinibile.
Una sorta di grido, lugubre ed agghiacciante, che fece sorgere in loro una profonda angoscia ed un’irrazionale paura.
Come trasportato dal vento, attraverso il silenzio della brughiera, inizialmente parve simile ad un lamento straziante, lacerante e prolungato, per poi spegnersi pian piano come un gemito penoso nel malinconico e desolato scenario circostante.
“Ma cosa è stato?” Saltando su Icarius.
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Quel grido mi pietrificò dov’ero.
Per un istante la paura mi attanagliò il cuore e mi rese impossibile muovermi, parlare e perfino respirare... una paura inconsulta e ingestibile, una paura irrazionale e misteriosa in tutto uguale a quella che ci coglie soltanto negli incubi.
Perché questo era quel grido: un incubo.
O meglio, divenne un incubo terribilmente reale nel momento preciso in cui mi resi conto che io quel grido la aveva già sentito... lo avevo sentito dentro un sogno, un sogno a sua volta tanto reale da spingermi a cercarne le basi.
Per un attimo rimasi lì, immobile e tremante e le immagini di quel sogno riaffiorarono in me con una forza travolgente...
Ma fu solo un attimo... poi la mia mente si oppose e mi costrinse a tornare al presente.
Vidi Icarius varcare la soglia e lo richiamai... ma troppo tardi. Non mi udì neanche, probabilmente. Sentii i suoi passi sui gradini e poi voci al piano di sotto.
Mi alzai quindi e raggiunsi la stanza di fianco, dove riposava la bimba... temevo che si fosse svegliata con quel grido e che fosse spaventata, e invece, entrando, la vidi serena e mi parve che fosse ancora addormentata.
Feci, allora, qualche passo nervoso nella stanza, aggirai il letto silenziosamente e mi avvicinai appena alla finestra... ma non ebbi il coraggio di guardare fuori. Al contrario, un’angoscia profonda e inspiegabile mi investì in quel momento, facendomi tremare...
In fretta, dunque, tornai verso la porta... non si udivano più voci adesso, il locandiere doveva essersi ritirato.
“Icarius...” chiamai sommessamente dalla porta della camera di Sayla, lanciando un’occhiata nervosa giù per la scala ma senza però osare uscire sul pianerottolo, in modo che né io né lei restassimo sole “Icarius, per l’amor del Cielo, torna qui!”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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