Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 13-05-2011, 06.01.27   #735
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Icarius le sorrise.
Quel bacio, tanto sospirato, invocato durante i suoi sogni più belli.
Quel bacio, simile a quelli delle favole, era come se avesse rotto un incantesimo.
Lui si sentiva diverso.
Era lì con lei.
Erano soli.
Tutto il resto non contava, forse neanche esisteva.
Quel bacio, il suo sguardo e poi le sue parole.
Tutto ciò aveva destato Icarius dalle sue paure e dalle sue inquietudini.
Come se questa notte avesse trasformato tutta la sua vita.
Tutti lo acclamavano come gran signore di uomini e terre.
Ma egli non si era mai sentito tale.
Ora invece sentiva che aveva veramente tutto dalla vita.
“Ti ho fatto soffrire molto…” disse Icarius senza smettere di guardarla “… capisco perché eri tanto fredda e distante… mi chiedo… si, mi chiedo, come tu non mi abbia odiato…”
Le passò una mano nei suoi lunghi capelli.
“Io non so se riacquisterò un giorno la mia memoria…” le sussurrò “… sinceramente non mi importa nemmeno… e se anche accadesse, non cambierebbe nulla… tu sei il mio passato, il mio presente e…” esitò “… il mio futuro, se lo vorrai…”
Per qualche altro istante i loro occhi furono gli uni negli altri, quando, all’improvviso, nella cupa vastità della brughiera risuonò un qualcosa di indefinibile.
Una sorta di grido, lugubre ed agghiacciante, che fece sorgere in loro una profonda angoscia ed un’irrazionale paura.
Come trasportato dal vento, attraverso il silenzio della brughiera, inizialmente parve simile ad un lamento straziante, lacerante e prolungato, per poi spegnersi pian piano come un gemito penoso nel malinconico e desolato scenario circostante.
“Ma cosa è stato?” Saltando su Icarius.
Si avvicinò alla finestra e gettò uno sguardo nelle sterminate tenebre che avvolgevano la locanda.
“Vado a vedere giù. Tu aspettami qui, Talia.”
Corse allora al piano terra e qui trovò il locandiere che chiudeva nervosamente le porte.
“Avete udito anche voi?” Chiese Icarius.
“Cosa?”
“Come sarebbe?” Stupito Icarius. “Quel grido spaventoso! Non potete non averlo udito! Veniva dalla brughiera!”
“Non ho sentito nulla.”
“E voi, signora?” Domandò alla donna che stava immobile in un angolo. “Voi l’avete udito, vero?”
“Neanche mia moglie ha udito nulla.” Fece il locandiere. “Ora è tardi… va a letto.” Rivolgendosi a sua moglie. “Io finisco di chiudere e ti raggiungo.”
La donna annuì con un movimento quasi impercettibile del capo e si avviò verso la sua stanza.
Aveva un diffuso pallore su tutto il suo viso e gli occhi arrossati come se avesse pianto da poco.
“Cosa nascondete qui?” Fissandolo Icarius. “Cosa c’è la fuori? Parlate!”
“Lasciate subito la mia locanda.” Sentenziò l’uomo. “Quelli come voi non li vogliamo qui.”
“Tu sei pazzo…” mormorò Icarius “… se credi che io possa portare mia moglie la fuori con quello che sta succedendo…”
“Non puoi lasciarli uscire!” Gridò la moglie dopo essere tornata indietro. “Non puoi, in Nome di Dio!”
“Allora andatevene a dormire se volete restare qui stanotte.” Disse l’uomo a Icarius. “E non seccatemi più.”
Detto ciò, il locandiere e sua moglie si rinchiusero nella loro stanza, lasciando Icarius in preda ad una profonda ed indecifrabile angoscia.
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