Icarius fissò Talia.
A Capomazda lo stavano probabilmente cercando.
Non aveva detto a nessuno di quell’uscita con Talia.
Saranno sicuramente preoccupati al palazzo.
Questi pensieri attraversavanola sua mente.
Ma poi quelle parole di lei.
“… non lasciarmi qui da sola!”
Icarius sorrise.
“Ho promesso, ricordi? Non ti avrei lasciata mai da sola.” Disse accarezzandole il viso. “Al palazzo se la caveranno! Ora vado dal locandiere a prendere una stanza… voglio che tu ti riposi un po’… resterò io accanto alla ragazza.”
Scese allora al pianoterra dal padrone della locanda.
“Prendo un’altra stanza per stanotte…” fece al locandiere “… e le pago ora entrambe…”
“Si, come volete…” disse con indifferenza l’uomo “… mi occorrono i vostri nomi. Sapete, per i registri. Bastano quello vostro e quello di vostra moglie.”
“Siete una bellissima coppia.” Fece la moglie del locandiere passando accanto al bancone.
“Lo penso anche io, signora!” Sorridendo Icarius. “Allora, i nomi sono… Tristano e Isotta.”
“Quando si dice il destino, eh.” Mormorò il locandiere.
“Eh, già.” Sorridendo Icarius.
E prese le chiavi, ritornò su da Talia.
Presero così possesso della stanza, dove Icarius accese subito alcune candele.
“Stenditi un po’, ti farà bene…” disse “… andrò io a controllare la ragazza…” restò poi a fissarla “… sai, ripensavo a ieri pomeriggio nel bosco… alle tue parole… credo… si, credo che tu ti sia sentita molto sola ultimamente… ed immagino che la colpa sia stata mia…”