Gouf ascoltò le parole di Melisendra per poi restare in silenzio alcuni istanti.
“Ho imparato” disse rompendo finalmente quel silenzio “che gli ordini senza senso non danno mai frutti… il mio non è un ordine… potrebbe essere tante cose… forse una supplica, forse un consiglio… tu sei l’unica possibilità che abbiamo per penetrare in quel luogo senza attirarci sospetti… consegnando te, uno dei miei cavalieri potrà agire indisturbato e raccogliere le informazioni che ci occorrono...”
Si avvicinò allora alle sue spalle e le sfiorò i capelli.
“Cosa ti spaventa veramente?” Chiese alla ragazza. “Morire? Non ti ha mai fatto paura la morte in passato… ora è forse cambiato qualcosa? Hai forse qualcosa per cui valga la pena vivere?”
Guardò poi verso la finestra.
“La notte…” mormorò “… il suo silenzio è a volte insopportabile… come il tuo in questo momento… cosa condividi con questa notte, Melisendra? I suoi stessi fantasmi e i suoi medesimi demoni? Anche il meraviglioso azzurro dei tuoi occhi, come queste impenetrabili tenebre, cela forse qualcosa di misterioso?”