Icarius sorrise e baciò, delicatamente, la mano che Talia aveva portato sulle sue labbra.
“Ti informo, milady, che il solo motivo per cui non riesco a cavalcare quella cavalla è che tutti voi di Sygma sembrate animati da una certa sfiducia nei miei confronti!” Disse facendole l’occhiolino. “E poi, ad essere sinceri, tutti qui non fanno che ripetermi che i miei avi erano grandi guerrieri e superbi cavalieri! Non voglio dunque credere di essere io la pecora nera della famiglia!” E rise di gusto. “E sia! Facciamo una gara! Però, bada che ci sarà in palio un bel premio, gioia mia!” E la fissò sorridendo di nuovo.
Giunsero così alle scuderie che, vista l’ora, erano deserte.
“Allora…” fece Icarius “… tu prendi Matys… io invece questo bel sauro nero… ma sappi che non farò favoritismi, milady!”
Prese le redini e le passò accanto.
“Ah…” le sussurrò ad un orecchio “… io con te non sto giocando…” fissandola negli occhi con un sorriso che sembrava aver perso ogni slancio guascone “… sei pronta, milady?” Chiese poi spronando il suo cavallo e sorridendo a sua moglie.
Era un sorriso accompagnato da uno sguardo profondo, forte e carico di dense emozioni.
Uno sguardo animato da quell’azzurro chiaro e limpido, capace di mostrare il mondo attraverso il suo colore più bello, più vivo ed intenso: quello della giovinezza e dei sogni.
Un colore che rende la vita un’eterna e magica Primavera, i cui fiori e frutti sono il preludio per una gioia e felicità senza fine.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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