La pioggia pian piano sembrava diminuire d’intensità e sulla brughiera cominciava ad apparire la tenue luce di un pallido Sole che solo ora riusciva a squarciare le alte e grigie nuvole del cielo.
Gouf prese la coppa dalle mani di Melisendra.
Quel cielo appariva infinitamente malinconico, attraversato da austere nuvole che navigavano verso Oriente.
“Stanotte ho sognato un bambino…” disse all’improvviso Gouf “… aveva i miei occhi, i miei tratti, ma non ero io… non ricordo bene… sogno raramente e quando lo faccio spesso mi restano solo ricordi confusi…”
Si voltò poi a fissarla avvolta in quella coperta.
“Si, questa mattina è fredda e malinconica…” mormorò avvolgendo entrambi nel suo mantello nero.
Nero come il suo impenetrabile sguardo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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