Sayla seguì quella visione.
Correva tra i rovi e le felci, mentre quel lussureggiante scenario che la circondava sembrava volerla avvolgere ed ingoiare nel suo ventre.
E mentre attraversava quell’inquieto passaggio, si ritrovò davanti ad un piccolo stagno che il cielo, ancora velato dalle nuvole della notte trascorsa, rendeva come d’argento.
E dietro allo stagno la ragazzina vide un’alta torre, avvolta da piante verdeggianti che salivano fin quasi la sua sommità.
Quella costruzione sembrava incantata, ma all’improvviso da una delle finestre si udì una dolce melodia.
Un attimo dopo un uomo di mezz’età, dal nobile portamento e dai gradevoli lineamenti, si affacciò da quella finestra.
Respirava l’aria fresca dalla campagna ancora inumidita dall’ultima pioggia, quando si accorse di Sayla.
“Buongiorno a te, graziosa fanciulla!” Disse sorridendole. “Hai preceduto l’arcobaleno questa mattina, visto che il tuo arrivo ha allontanato la pioggia!”
Ad un tratto un cane sbucò dal verziere che circondava la torre e cominciò a fissare con sospetto Sayla.
“Buono, Blanc!” lo richiamò l’uomo. “Così accogli adesso gli ospiti!” Ed il cane subito si ammansì, cominciando a scodinzolare.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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