Lo sfogo mi aveva lasciata senza parole.
Quasi senza fiato.
Il vento mi accarezzava, consolatorio, scivolando sulle mie guance. Un invito a fuggire via.
La mano gocciolava. Sapevo che presto avrei avuto bisogno di nutrirmi per rimarginare quelle ferite. Sentii il bruciore nella pelle, ma non era nulla in confronto alla rabbia che covavo nel mio cuore.
La mia voce, tuttavia, era calma, quasi malinconica.
"Cambiata?" gli risposi, guardandolo sorpresa. "Hai idea di cosa ho sopportato per tutta la vita?" Osservai con tristezza i soldati eseguire gli ordini. Una parte di me desiderò punirli.
"L'amore..." risi "non è una malattia, Gouf!" Mi avvicinai a lui e lo guardai dritto negli occhi. Le mie dita sfiorarono la lama della sua spada e si macchiarono di rosso.
"Su una cosa avevi ragione... quelle come me non vivono a lungo: gli uomini..." allargai le braccia, guardandolo negli occhi "ci spezzano in modi inimmaginabili..."
"Ho ucciso in modi fantasiosi e ogni volta ne traevo un certo piacere..." era vero, anche quando non avrei voluto, la mia natura cacciatrice gioiva, mentre una parte di me si sentiva nauseata da quella continua danza di morte "ma mai donne e bambini." I rumori della strage ancora riempivano l'aria, l'odore del fumo e della carne bruciata erano inconfondibili.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
Ultima modifica di Melisendra : 26-04-2011 alle ore 01.51.05.
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