La mia risposta potrebbe non piacerti... pensò Morrigan, udendo quella domanda. Ma poi lo guardò e sorrise in modo strano.
Quel cavaliere non perdeva occasione per sfuggiare la sua sicurezza... chissà come avrebbe reagito, allora, se lei gli avesse detto la verità! Morrigan sorrideva al pensiero dell'espressione che avrebbe potuto assumere la sua faccia, e nonostante le belle parole e il tono inusualmente poetico che Finiwell aveva assunto in quell'occasione, decise che non si sarebbe persa quello spettacolo per nulla al mondo.
Così indugiò un attimo ancora su quella soglia, e i suoi occhi brillarono di una luce oscura.
"Perchè lo cerco, chiedete? Ma va da sè, signore... soltanto per potergli piantare una spada nel cuore!"
Un lampo le attraversò gli occhi, mentre il suo sorriso riluceva di un indecifrabile bagliore. Morrigan chinò il capo in cenno di saluto, quindi scivolò nell'ombra della scala.
Ridiscese in fretta, ma quando fu quasi per giungere sul piano della corte, il boato della gente festante si fece acuto e pressante nelle sue orecchie.
Morrigan non aveva affatto voglia di tornare a mescolarsi a quella festa. Si guardò intorno, in cerca di un rifugio, o almeno di un posto tranquillo in cui andare. Ai piedi della scala, alla destra dell'uscita che conduceva alla porta, uno stretto corridoio sembrava condurre all'ala ovest del palazzo. Era un passaggio disadorno e angusto. Morrigan calcolò che quello dovvesse essere il corridoio usato dalle guardie per spostarsi rapidamente dall'altro lato della fortezza. Forse conduceva al giardino interno, o forse in qualche altra sala. Ad ogni buon conto, era per lei una valida alternativa, e per questo la ragazza prese quel passaggio senza indugio.
Ma la sera era scesa su Capomazda, e sulle mura i candelieri non reggevano nessuna torcia. Dopo aver svoltato una o due volte seguendo quel corridoio male illuminato, Morrigan dovette ammettere di non avere affatto idea di dove si trovasse.
Si fermò un istante, si guardò intorno con attenzione. Poteva andare avanti per quei corridoi semibui, con l'idea che primo o poi sarebbe sbucata da qualche parte, oppure tornare indietro e cercare di ritrovare l'uscita sulla corte. Sbuffò, infastidita da quel contrattempo, e si appoggiò con la schiena alla solida parete di pietra. Fu in quel momento che sentì qualcosa di strano, qualcosa che sporgeva in maniera innaturale e che si appoggiava duramente contro le sue spalle. Si girò e con le mani prese ad esaminare la parete. Sembrava in tutto e per tutto un muro di solidi mattoni. Ma poi la sua mano incontrò nuovamente quella strana asperità. Era un mattone di piccole dimensioni che si distaccava di qualche millimetro dal resto della parete.
Morrigan ne sapeva abbastanza di palazzi e di fortezze, e sapeva bene a cosa potesse servire quel mattone. In quel momento anche lo stretto e riparato cunicolo assunse nella sua mente il suo vero scopo e la sua reale utilità. Si guardò di nuovo intorno. Nelle vicinanze sembrava non esserci nessuno. Avrebbe potuto vedere cosa si celava dietro quel meccanismo che aveva intuito dietro la parete. Non era certa che quella fosse una cosa molto sicura da farsi in un palazzo che non conosceva affatto, ma la sua innata curiosità era stata ormai risvegliata, e in fondo una piccola sbirciatina ai segreti dei Taddei non avrebbe di certo fatto male a nessuno.
Così afferrò il mattone sporgente con forza e lo tirò via dalla parete. Proprio come aveva immaginato, quella pietra bloccava un contrappeso che apriva la porta di un passaggio nascosto. Morrigan rimase un istante a guardare il lungo corridoio che le si era aperto dinnanzi, stretto e illuminato a malapena da un paio di torce. Quindi, con un lieve sorriso e lo sguardo che le brillava per l'eccitazione di quella scoperta, Morrigan varcò la soglia del passaggio.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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