Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 23-04-2011, 01.51.02   #452
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il ragazzino stava sul ciglio della strada.
Il viso sporco di fango e lacrime.
“Guardate, il figlio della strega!” Disse uno dei fanciulli che lo fissavano dall’altra parte della strada.
E cominciarono a tirargli delle pietre, una delle quali lo colpì allo zigomo.
“Maledetti!” Ringhiò il ragazzino stringendo nella mano una di quelle pietre. “Perché non venite uno alla volta? Vigliacchi, vi odio!”
E quelli andarono via ridendo e schernendolo.
Restò così da solo in quella strada.
“Questa è l’ultima volta che ho pianto…” mormorava “… lo giuro… lo giuro su quest’odio che provo per tutti voi!” E corse via.
Corse fino a perdersi nel bosco, fino ad arrestarsi davanti ad una piccola cappella.
In quel momento udì il canto di un gufo che salutava l’arrivo della sera.
Allora i loro sguardi, per un istante, finirono l’uno nell’altro.
“Vorrei essere libero come te…” sospirò il ragazzino “… libero… non mi servirebbe altro…”
Il gufo allora spiccò il volo e si lanciò fra i rovi, dove con gli artigli afferrò un grosso topo e svanì poi fra gli alberi più alti.
Il ragazzino guardò ammirato quel superbo rapace contro quell’insignificante preda ed un lampo attraversò i suoi occhi neri come la pece.
“Non sei in paese con gli altri ragazzini?” Chiese una voce.
Il ragazzino si voltò.
“C’è la festa del paese e tutti i ragazzini ne vanno matti.” Continuò un vecchio che gli si avvicinava.
“Non mi interessano queste cose…” rispose il ragazzino.
“Verrà benedetta la statua di Sant’Apollinare.”
“Non mi interessa… io non credo a queste cose…”
“E non hai paura di perdere l’anima ed andare all’Inferno?” Domandò il vecchio.
“Io non credo nell’anima…”
“Io invece si…” sorrise il vecchio “… vuoi rendermi la tua?”
Il ragazzino lo fissò incuriosito.
“Se non credi di averla non ci rimetterai nulla nello scambio, non trovi?”
“Sei pazzo.”
“Forse. Allora? Mi rendi la tua anima, visto che non credi neanche di possederla?”
“Mi prendi in giro…”
“Cosa vorresti in cambio, dimmi?”
“Voglio diventare un cavaliere…” dopo un attimo di silenzio il ragazzino “… il cavaliere più forte del mondo!”
Il vecchio sorrise.
“Ed un giorno” aggiunse il ragazzino “voglio battermi con lui!” Disse indicando l’affresco raffigurante San Michele Arcangelo nella piccola cappella.
Il vecchio fissò quell’affresco e rise di gusto.
“Dicono che sia il modello più alto per ogni cavaliere… il difensore della Chiesa… quella Chiesa che ha bruciato viva mia madre!” Mormorò con odio e rabbia il ragazzino.
“Affare fatto, ragazzo mio!” Disse il vecchio stringendogli la mano. “Tu sarai il cavaliere più forte e se saprai farti valere, chissà che davvero tu non possa duellare, l’ultimo giorno, con San Michele!”
“Quando?” Chiese il ragazzino.
Il vecchio rise di nuovo, senza però rispondere nulla e andò via, perdendosi tra gli sterpi e le felci.

Quel ricordo ricorreva spesso nella mente di Gouf.
Ed a tratti pareva assumere la forma di una visione, di un’allucinazione.
Talvolta giungeva nel sonno, a cavallo tra il sogno e l’incubo.
E quando svaniva lasciava nel cavaliere un profondo senso di inquietudine.
E nel rivederlo in sogno, Gouf urlò per poi svegliarsi bruscamente.
Uscì allora dalla sua stanza e scese a passeggiare nel grande cortile del castello, tra le ombre di quella notte angosciante e tormentata.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 23-04-2011 alle ore 16.39.51.
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