"Oh, Gouf... Aitly vuole vedermi morta per mille ragioni che non hanno molto a che fare con i vostri intrighi politici..." sorrisi. "Non lo hai ancora capito?"
Gli sfiorai la guancia e accarezzando la sua pelle ruvida con la punta delle dita.
Mi sentivo bene, dissetata. Mi deliziai di quel languore.
"Se dovessi tenere il conto delle volte in cui una donna ha cercato di eliminarmi..." risi, con leggerezza. "Ma hai ragione, sto rabbrividendo qui fuori, rientrerò nella sala, sperando che l'ebbrezza non li abbia scaldati troppo..."
Mi staccai da lui e mossi qualche passo verso le scale. Mi girai appena e lo guardai nuovamente.
"Sai dove trovarmi, Gouf". GLi lanciai uno sguardo si sfida da sopra la spalla.
Chi era la preda e chi il cacciatore? Non me lo domandavo nemmeno più.
Scesi le scale fino alla sala grande e vi trovai il banchetto, ancora in fermento.
Le coppe si riempivano di delizioso vino e si svuotavano altrettanto rapidamente.
Festeggiavano come se avessero già vinto.
Mi diressi al mio seggio e mi sedetti.
"Milord, la vostra ospitalità è davvero generosa...", dissi sorridente, alzando il calice verso il signore del castello. Quegli occhi mi inquietavano più degli scatti di Gouf. Quegli occhi non si stancavano di osservare, soppesare e valutare tutto e tutti. La calma oziosa che aveva sfoggiato durante l'alterco tra i suoi uomini era altrettanto raggelante.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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