La sua voce amareggiata era una novità. Nessun disprezzo, nessuna ombra di crudele ironia. Sospirai, come di fronte a un bambino riottoso.
"Non lusingate voi stesso... cosa vi fa supporre che vi odi?", sorrisi scherzosamente. "Vi ricordate del nostro soggiorno alla vostra Rocca dei Venti? In quel periodo sono stata quasi felice..." Abbassai gli occhi, mi sentivo colpevole. "Così lontano dagli intrighi degli uomini avevo quasi dimenticato chi fossi."
L'aria fredda della sera mi fece rabbrividire.
"Se sono qui è perchè ora posso scegliere...", mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi. "Quanto al giovane Lord Nyclos... penso che capirà che è inutile volersi impadronire di un focoso destriero, se non si è in grado di montarlo."
Gli sfiorai nuovamente la mano in una leggera carezza.
Scivolai sotto il suo braccio e mi aggrappai a lui. Bevvi come se fosse stata una sorgente fresca.
Appena sfiorai le sue labbra quell'energia fluì liberamente da lui a me. Sapeva cosa stavo facendo: mi stavo nutrendo e lui non poteva fermarmi. La sete era tanta, ma mi fermai. Avevo sentito gli ultimi anni di battaglie trascorse da un campo all'altro, la forza disperata che lo spingeva a inseguire il nemico fino allo stremo... e una sorta di tristezza che lo aveva accompagnato in questi anni. Nell'odio stava la maschera che celava ogni paura. Accarezzai tutte quelle sensazioni e gliele restituii, come belve sazie e acquietate.
Mi scostai di un passo, appoggiandomi con la schiena al parapetto. La luna brillava nel cielo, facendo danzare le ombre sui nostri volti.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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