Icarius guardò quella ragazza sulla porta del palazzo.
Ed alle sue parole sorrise.
Aveva visto tante cose da quando si era risvegliato nella capanna di Lho.
Ed aveva appreso cose incredibili.
Capomazda e la sua storia, la nobiltà dei suoi Arciduchi, la monumentalità delle sue torri e la forza dei suoi nemici.
Aveva trovato un intero popolo accorso per salutarlo e fedelissimi seguaci ad omaggiarlo.
E poi l’atmosfera solenne e aristocratica che si respirava in quel luogo.
Eppure, in quel momento nulla gli parve simile al volto di quella ragazza.
Era bella, bellissima.
Ma di una bellezza particolare.
E a guardarla forti sensazioni attraversavano la mente ed il cuore di Icarius.
Sensazioni indecifrabili, che gli causarono un’inspiegabile ansia nel cuore.
Fino a che punto un uomo può dimenticare se stesso ed il suo passato?
Un mondo così vasto, vivo, possente?
Ma soprattutto, pensava Icarius, come poter dimenticare quel volto.
“Io… sto bene… bene davvero… anzi, mai stato meglio!” Disse sorridendo alle parole di Talia. “E… tu?”
“Lady Talia sta benissimo, milord!” Intervenne Izar. “Soprattutto ora che voi siete ritornato sano e salvo a Capomazda! Ora affrettiamoci a rientrare, mio signore!”
Così tutti entrarono nel palazzo.
“E’ davvero bella…” mormorò Icarius al suo fidato consigliere “… Talia l’avete chiamata… Talia…” e cercava con lo sguardo il volto di lei, che seguiva, poco più indietro, suo marito ed il suo seguito.
“Sua signoria è stanco…” disse Izar una volta che le porte del palazzo furono chiuse “… credo sia meglio che si ritiri nei suoi alloggi.”
“Non sono affatto stanco!” Esclamò. “Anzi, vorrei uscire un po’ all’aria aperta!”
“La vostra ferita deve essere visitata da un medico, milord…” replicò Izar “… e voi, comunque, necessitate di riposo. Datemi retta, mio signore.”
“Io, veramente…” fece Icarius fissando Talia.
“Vedrete lady Talia più tardi, milord.”
In quel momento il duca si accorse di una misteriosa figura che lo fissava dall’alto delle scale.
Era Matthias.
I loro sguardi allora si incontrarono ed ognuno dei due provò verso l’altro un forte senso di astio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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