Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 19-04-2011, 03.44.52   #394
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Pasuan aveva assistito al clamore generale in seguito al ritorno del duca.
Vedeva gente di ogni tipo esultare, gridare, piangere e ringraziare il Cielo.
E finito il tutto, se ne stava seduto ai piedi di una grossa colonna in pietra.
Accanto passavano diverse persone, molte delle quali ragazze.
E alcune lanciavano sguardi compiaciuti al cavaliere che se ne stava ad oziare accanto a quella colonna.
Ma quei volti, quegli occhi e quei sorrisi gli apparivano tutti uguali, senza colore e senza calore.
Un volto invece attraversava continuamente i suoi pensieri.
Un volto che sembrava sfuggirgli costantemente.
Cercò allora quel volto nei tanti che sfilavano in quel momento nel cortile.
Allora riconosceva in qualcuno uno sguardo simile, in un altro un sorriso che sembrava ricordare quello tanto sospirato, in un altro ancora l’acconciatura dei capelli.
Talvolta, nel vocio generale, gli pareva di udire quella voce che ancora echeggiava nella sua mente, ma nel fissare i passanti poi tutto assumeva il suono di una confusa ed anonima confusione.
“Cosa fai qui, Cavaliere?” Chiese con tono scherzoso l’amico Gervan.
Pasuan gli lanciò una sfuggente occhiata di indifferenza.
“Mi sembri giù, Pasuan… cosa ti prende? Dai, oggi sono buono… chiedimi ciò che più ti aggrada! Cos’è che vuoi? Vuoi sceglierti il turno più comodo per montare di guardia? O forse farti inviare nel borgo per il giro d’ispezione?”
“Vuoi davvero farmi un piacere?”
“Certo, dimmi!”
“Beh, spostati che stasera c’è una bellissima Luna e mi copri lo spettacolo.”
“Che il diavolo ti porti!” Brontolò Gervan, mentre andava via.
E rimasto solo, Pasuan si voltò a fissare la Luna, che enigmatica e meravigliosa scintillava nel Cielo della sera ancora attraversato dagli ultimi bagliori del giorno morente.
“Dicono che sai leggere nei cuori…” sospirò all’astro d’argento “… eppure te ne stai lassù, a fissarmi in silenzio…”
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