Gouf osservò Melisendra per tutto il tempo impiegato dalle ancelle per prepararla.
Neanche per un istante sollevò il suo sguardo da lei.
Quando le donne ebbero finito, con un gesto le allontanò.
Posò la coppa sul tavolo e si alzò.
Si avvicinò a Melisendra, accarezzando le perle che scendevano sul petto di lei, finendo per sfiorarle la morbida pelle.
Poi sorrise.
Un sorriso beffardo, ma anche indecifrabile.
“Adoro la caccia, rammenti? Certo che lo rammenti…” disse “… e sai anche che amo mettere in mostra le mie prede, siano esse leoni, lupi, falchi o candide colombe… ma non mi danno soddisfazione… no, gli animali e gli uccelli ignorano che come loro padrone ho diritto di vita e di morte su di essi… a differenza degli uomini, invece…”
In quel momento entrò un servo.
“Lord Cimarow vi attende, mio signore.”
“Andiamo…” mormorò Gouf a Melisendra “… e ricordalo…” afferrando con forza il suo polso “… tu non sei libera… non lo sei mai stata e non lo sarai mai…”
Un attimo dopo scesero nella sala che ospitava il sontuoso banchetto dei baroni che avevano sposato il tradimento di Cimarow.
“Sedetevi qui accanto a me, milady!” Disse Nyclos a Melisendra. “Siete un vero splendore… un incanto…”
In quel momento Aytli mormorò qualcosa all’orecchio di Gouf e questi annuì.
La donna restò poi a fissare Melisendra con uno sguardo carico di sospetto ed astio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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