Cittadino di Camelot
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"Che ne sarà di te? E di me? E di queste terre?"
Sfiorò appena la sua mano, con un gesto stanco. Guardò i suoi abiti, che non erano più i raffinati damaschi e le sete della dama, ma una ruvida armatura.
Era l'ora in cui sarebbe andata, l'ora in cui l'avrebbe vista scomparire all'orizzonte.
"Domani potrebbero accadere tante, tante cose... potresti tornare e trovarmi ormai vecchio e stanco di tutto questo"
Lei sorrise, carezzandogli piano il viso, come aveva fatto tante volte da bambina.
"Tu per me non sarai mai vecchio..." sussurrò.
Morven chinò gli occhi, evitò il suo sguardo.
"Perdonami, Morrigan... perdonami perchè in tutti questi anni non ho mai saputo curare le tue ferite"
Lei gli mise un dito sulle labbra, obbligandolo a tacere.
"Non dirlo... sei ho avuto un'infanzia felice, lo devo a te e alle tue cure"
Lo strinse forte, con uno slancio che non aveva mai avuto, e per la prima volta in vita sua sentì che le guance di quell'uomo si inumidivano di pianto. In tutti quegli anni suo zio gli era sempre apparso invincibile e grande, e il solo pensiero che anche lui potesse piangere le sembrava inconcepibile.
"Dove sarai domani, piccola mia? Non riesco ad immaginarti da sola... e cosa farò io, senza di te?"
Le passò una mano tra i capelli.
"Mi sentirò morire ogni notte sapendoti così, alla mercè di ogni pericolo..."
Morrigan si staccò da quella stretta e gli sorrise.
"Hai cresciuto un uccellino, e adesso deve volare..."
Morven scosse il capo, non riuscendo a nascondere il suo disappunto.
"Ho cresciuto un rapace... che persegue una vendetta che non dovrebbe essere sua! Morrigan, io ho combattuto contro quell'uomo, e alla fine l'ho perdonato. Avrei potuto finirlo con un colpo di spada, ma per la grazia che il Cielo ci ha dato, io l'ho lasciato andare. L'ho spogliato di ogni avere e ho ripreso ciò che avevo rubato con l'inganno, ma non ho preso la sua vita! E non dovresti farlo neanche tu!"
Morrigan, a quelle parole, salì a cavallo e si mise a guardare ad Est, dove il sole cominciava piano a salire inondando di oro quella valle.
"Da piccola non riuscivo mai dormire tranquilla..." disse piano ad un tratto, senza guardarlo "sognavo sempre che quell'uomo tornava e mi portava via... e l'ho sognato così tante volte, che giurai a me stessa che non avrei mai più tremato dinnanzi a lui! Così comincia a sognare di poter esser un uomo, un soldato... poter combattere come farebbe un cavaliere, fino a sfiorare la morte... trovarlo e, uccidendo lui, uccidere tutte le mie paure..."
Si voltò a guardarlo, e infine sorrise, mentre il sole alle sue spalle disegnava davanti a Morven la sagoma scura della sua figura a cavallo.
"... ma alla fine del sogno, io tornavo sempre... ritornavo qui! Per questo so che tornerò... tornerò, padre mio!"
Morven chiuse gli occhi, assaporando quelle parole. Chinò il capo in segno di assenso. Lei non l'aveva mai chiamato a quel modo, con quell'appellativo, e che l'avesse fatto proprio in quel momento aveva caricato il suo cuore di una strana, profonda emozione.
Morrigan sorrise dolcemente, mentre si perdeva in quel ricordo. I cavalli procedevano al trotto, scortando la carrozza, e lei stava placidamente al fianco di Lho lungo quel cammino.
Sollevò il capo per guardarlo. Le sue ultime parole, e il tono gentile con cui le aveva pronunciate, l'avevano colpita.
"Voi non siete vecchio," disse con dolcezza e ricambiandogli il sorriso "e la giovinezza ha sempre da imparare dalla saggezza. Inoltre, un uomo come voi di certo conosce bene gli uomini, ed io è di questo che ho bisogno, di trovare un uomo... un nobile francese... si chiama Saint Roche..."
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
Ultima modifica di Morrigan : 19-04-2011 alle ore 03.47.58.
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