Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 18-04-2011, 06.58.49   #380
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
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Melisendra sarà presto famoso
"Vedo che ancora apprezzate questi crudeli giochetti...", replicai asciutta, accarezzando i lembi del mio povero vestito. A fronte alta e del tutto a mio agio di fronte ai suoi occhi che scrutavano minuziosamente la mia persona, allargai le braccia e lasciai che le donne mi liberassero dei brandelli di stoffa.
"Su una cosa avete torto, però... la mia vita non ha mai avuto tanto valore..." sorrisi, alzando fieramente il mento. "Sono libera, adesso. Non dimenticatelo."
Le mani delle ancelle scorrevano sul mio corpo, rinfrescandolo con acqua di rose e frizionando. Sollevai le braccia e mi infilarono una leggerissima tunica color smeraldo, trasparente e soffice. La allacciarono stringendo i lacci sulla schiena e mi fecero passare sulla testa una veste di colore simile, ma di seta. L'ampia scollatura era ornata di piccole perle e fili dorati. Le maniche scendevano accarezzandomi i polsi. Una cameriera si indaffarò nel chiudere tutti i bottoncini di quel prezioso abito. Altre presero a spazzolare i capelli in morbide onde e a profumarle. Una volta terminato se ne andarono silenziose come topolini.
Mossi qualche passo nelle scarpine nuove e osservai la stoffa aderire al mio corpo ad ogni movimento. Una dama per bene non avrebbe mai indossato qualcosa di tanto sfacciato.
"Siete un mistero, Gouf... potreste uccidermi senza battere ciglio e invece mi fate indossare un bel vestito e mi offrite un sontuoso banchetto..." scossi il capo. "Ci ritroviamo sempre sul filo del rasoio, dove ci eravamo lasciati... uhm, qual era quella cosa che amavate ripetere?" mi soffermai pensosa. "Amore e morte...", accennai a un sorriso. "Voi siete l'istinto di morte quanto io quello che ci spinge alla vita... ecco che razza di donna sono."
Mi avvicinai a lui e gli sfiorai una tempia, lasciando fluire le ancestrali forze che scorrevano sotto la mia pelle. Il tocco non parve mutare la sua espressione. Allontanai la mano, ben conscia invece del fatto che lo aveva avvertito con la stessa forza di una vampata di fuoco.
"Non mi pare che abbiate mai avuto di che lamentarvene."
Assunsi un'espressione distaccata e tornai ad ossevare rapidamente il mio riflesso nello specchio. Poi mi voltai verso di lui, fingendo sfacciatamente una docilità che non mi apparteneva. "Quando volete, Gouf... sono pronta a seguirvi."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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