La brughiera.
Come uno sterminato, inospitale e sconosciuto mare circondava le terre di Capomazda, congiungendole con l’immensa Foresta Verde, da sempre il secolare confine che divideva il ducato da Afragoleia, la grande capitale del regno.
Immense ed inesplorate lande, disseminate da brulle croste rocciose che si aprivano dal terreno, paludi addensate di malaria e selvagge distese di sterpi, rovi e felci capaci di ospitare fiere feroci ed antichi spaventosi miti di un passato ormai dimenticato.
Ai margini di questo mondo era giunta Melisendra, condotta dal primordiale ardore del suo fiero destriero.
Ed al cenno della sua padrona, il superbo Pandemonio era fuggito via.
Ma non altrettanto lesti furono i due cavalieri lanciati all’inseguimento dell’incantatrice per ordine di Monteguard.
Due silenziosi e fatali dardi li colpirono, spaccando il cuore ad uno e trafiggendo la testa all’altro.
Melisendra era a terra, quasi imprigionata tra gli sterpi, quando alcune figure la circondarono.
Erano cavalieri pesantemente armati.
“E’ una donna!” Disse uno di loro.
“Era inseguita…” aggiunse un altro “… cosa ne facciamo, milady?”
Un altro cavaliere giunse.
La figura era elegante ed aggraziata.
Levò l’elmo e fissò Melisendra.
“Chi sei?” Chiese la donna. “Perché eri inseguita?”