Sorrisi riconoscente al Capitano Monteguard. Non c'era bisogno di aggiungere altro. Prima di montare in sella gli sfiorai il viso e gli lanciai un'occhiata piena di gratitudine: "Buona fortuna anche a voi, Capitano! Che il Cielo vi preservi!".
Mi avvolsi nel mantello nero, da cui spiccava la candida veste e sistemai i veli attorno al viso in modo da proteggermi dalla polvere e dal vento.
Pandemonio tese i muscoli, irrequieto e scalpitante... come me non vedeva l'ora di gettarsi nella corsa. Sbuffò. Una frustata lo fece scattare.
Pandemonio era un animale incredibilmente veloce e caparbio, perfino orgoglioso e testardo. Strinsi la briglia e mi piegai in avanti, verso il suo possente collo arcuato e sussurrai "Corri, amico mio.."
Attraversammo di corsa il cortile, le strade e il ponte levatoio... alle mie spalle il trambusto mi fece indovinare che il piano era ormai scattato e presto mi avrebbero inseguita. Pandemonio imboccò con sicurezza la strada che conduceva fuori dal feudo di Capomazda, come se avesse letto tra i miei pensieri ogni dettaglio.
La polvere si sollevava tutto intorno e il sole pomeridiano faceva brillare il crine del mio fedele amico. Pandemonio sembrava avere accettato la sfida e stava correndo come se fosse stato pronto a spiccare un volo. La tensione armoniosa ci aveva fusi in un unico movimento. Alle mie spalle udii rumori di zoccoli in lontananza che battevano il terreno con altrettanta determinazione.
Scorsi il crocevia: dopo quello sarei stata in territorio nemico.
Gridai per incitare Pandemonio, che pareva deliziato da quella corsa a perdifiato. Immaginai i suoi occhi vellutati accesi dall'eccitazione della corsa e sorrisi... bella coppia di pazzi. Lasciai presto il crocevia alle mie spalle, consapevole del fato che avevo scelto.
Con un salto ci trovammo nella boscaglia, al galoppo su un ampio sentiero ben battuto, una lunga curva si apriva davanti ai miei occhi, cosa mi avrebbe aspettato non potevo vederlo giungendo al galoppo, apparentemente la strada curvava dolcemente verso l'ignoto e compresi... il luogo ideale per un'imboscata. E infatti dei rami e dei tronchi bloccavano il cammino. Strinsi le briglie e mi preparai al peggio.
Pandemonio, sorpreso dall'ostacolo, tentò disperatamente di fermarsi e si imbizzarrì. Strinsi le cosce contro la sella e puntai i piedi nelle staffe, nel disperato tentativo di rimanere in sella. Poi cambiai idea e mi lasciai cadere... Gridai. Avevo certamente allertato le sentinelle con tutto quel trambusto. Rumori tra gli alberi... guizzi rapidi tra il fogliame... sperai di non sbagliarmi.
Dolorosamente mi alzai da terra e cercai di placare i nitriti di Pandemonio, che pareva furibondo e irrequieto. Scostai il mantello e il velo e cercai di risalire in sella, ma il mio astuto amico continuò ad agitarsi e io goffamente dovetti rimanere appiedata. A quel punto allentai il sottopancia con un rapido gesto e fissai lo sguardo nei suoi occhi. Fuggi, pensai. Fuggi e ci rivedremo... non potrei sopportare di vederti prigioniero. Ci rivedremo amico mio. Comprese. Mi degnò di due nervose scrollate di dorso e fuggì nitrendo tra gli alberi.
Accadde tutto in un lampo. Il mantello mi cadde di dosso nello scompiglio della fuga di Pandemonio, svelando la mia figura e il pugnale che indossavo alla cintola. Tentai di brandirlo, debolmente. Il velo mi copriva ancora i lineamenti, drappeggiato sul viso e trattenuto dai fermagli. I lunghi capelli mi ricadevano sulle spalle. Feci solo in tempo a gridare "NO!!" e non dovetti neppure impegnarmi troppo a simulare sorpresa. Pregai che i cavalieri al mio inseguimento avessero sentito e avessero già voltato le cavalcature.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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