Cittadino di Camelot
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Partirono in gran fretta, tra lo scalpitare dei cavalli.
L'aria era tesa, l'ansia palpabile... come quando si parte per una battaglia... o si torna ad annunciare una sconfitta...
Morrigan aveva ancora sulle labbra il dolce delle amarene e l'amaro per la risposta di Guisgard, ma decise di non pensarci più e si diede da fare per essere pronta a partire.
Lungo il cammino, però, non riuscì ad evitare di guardare quel cavaliere, di tanto in tanto. Lo studiava con discrezione. Quell'uomo, le sue parole, il suo tono, l'avevano turbata profondamente. Talvolta aveva l'impressione che indossasse una maschera, dalla quale a tratti sembrava scivolar fuori una diversa persona, una diversa coscienza. Ripensava alla freddezza che aveva rivelato nel risponderle, a quanto fosse stato conciso, a come avesse accuratamente, in tutto quel tempo, evitato di parlare di sè. Ella gli aveva quasi rivelato il motivo della sua presenza a Capomazda, mentre lui aveva mantenuto, sia con lei che con gli altri, uno stretto risebo sulla propria persona. Eppure mostrava a tratti una natura gioviale e ciarliera, che lo face credere uomo di chiacchiera e compagnia... nasconde qualcosa... c'è qualcosa in lui, nei suoi modi... e fu in quel momento che Morrigan decise di non perderlo d'occhio.
Aveva avuto, immediato, l'istinto di rivolgersi a lui e tuttavia qualcosa le diceva che non poteva fidarsi... non ancora, almeno! Sì, non lo avrebbe perso d'occhio, e in un modo o nell'altro avrebbe capito chi era, e soprattutto che cosa ci faceva ancora a Capomazda.
Era immersa in quel ragionamento, quando fu costretta a levare gli occhi da Guisgard e a guardare la strada che si apriva dinnanzi a loro. Due uomimi a cavallo procedevano al piccolo trotto nella loro direzione. E uno di questi, nonostante i vestiti fossero meno ricchi e fastosi, era proprio Icarius de Taddei.
“Viva il re!” esclamò il vecchio che lo scortava “E lunga vita a lord Icarius de Taddei!”
E quella frase spense in ognuno ogni dubbio. Si fermarono a quel saluto, e Morrigan scese da cavallo. Fissò il suo sguardo su Icarius... com'è cambiato!
Un attimo dopo si domandò il perchè della sua osservazione. Come poteva, un uomo, cambiare in una sola notte? Eppure c'era una luce diversa nel suo sguardo... forse la familiarità con la morte può cambiare per sempre lo sguardo di un uomo... Morrigan fu conquistata da questo pensiero, e un istante dopo vi si smarrì dentro, completamente e con sempre maggiore sgomento...
"Cos'è che chiedi, ragazza? Vuoi conoscere il volto del tuo amore?"
"L'amore è per i poeti e per i cantastorie, vecchia... dovresti sapere, alla tua età, che l'amore non è per le donne!"
La vecchia sorrise e sembrò ignorare il tono sguarbato di Morrigan.
"Parli così per una vecchia ferita..." si limitò a mormorare, con la sua voce piena di saggezza.
Morrigan scosse il capo, infastidita.
"Sono qui per il futuro, strega, non per il passato... sono qui per sapere se la mia ricerca avrà un esito positivo... non chiedo nient'altro!"
Disse questo, e lasciò cadere sul tavolo un taddeo d'oro, il salatissimo prezzo con cui voleva pagare la verità. La vecchia non diede nemmeno uno sguardo alla moneta. Al contrario afferrò la mano di Morrigan e la tirò verso di sè. Cominciò ad accarezzarne le linee, tenendola stretta, mentre il suo sguardo, prima fisso e brillante, si velava sempre più. Morrigan la guardava stupita. L'incenso che bruciava e si levava in riccioli scuri le faceva girare la testa, mentre l'anziana donna sembrava librarsi in spirito insieme a quelle essenza profumante.
"Quando sotto la torre si è installata la luna
un reo ha toccato le bianche scogliere di bruma.
Le stelle si perderanno un giro intero
senza che tu possa lasciare il tuo destriero,
e quando chi era morto tornerà in vita
l'aquila s'involerà nell'ultima salita.
Ma i cuori degli uomini possono mutare
e ciò che non desideri potresti lì trovare..."
La donna tacque di colpo e Morrigan trattenne il respiro.
Nel fondo della vecchia casupola, una candela si spense di colpo e Samsagra, d'improvviso, gettò un grido.
Morrigan sobbalzò sconvolta. Era la prima volta. La prima volta che sentiva la voce di Samsagra. La prima volta che non doveva soltanto immaginarla attraverso i racconti di Morven.
Si era anzata di colpo ed era fuggita via, senza guardarsi indietro.
Guardava Icarius, e i suoi occhi erano persi, la sua mente naufragata... non aveva più pensato a quella notte. Non aveva mai voluto dare un senso a quelle parole. Le sembrava che quella profezia non avesse alcun senso, mentre adesso, di colpo, i pezzi cominciavano a comporsi...
"...quando chi era morto tornerà in vita
l'aquila s'involerà nell'ultima salita..." mormorò piano.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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