Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 15-04-2011, 05.17.14   #335
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il Sole penetrava dalle piccole finestre della capanna, disegnando sciami d’orati sui quali sembravano scivolare il canto degli uccelli ed il vibrare delle foglie al vento.
La natura si era destata a quella luminosa e limpida mattinata.
E aperti gli occhi, un senso di pace accolse il risveglio dell’uomo senza passato.
Un odore di latte caldo e pane appena sfornato insaporiva quell’ambiente.
“Buongiorno, mio signore.” Disse Lho, intento a servire quella semplice e profumata colazione.
“Che meravigliosa mattinata...” mormorò Icarius.
“Come va la ferita?”
“Sento solo un lieve bruciore… ma è sopportabile…”
“E la testa?”
“Non avverto più alcun dolore.” Sorrise Icarius.
Fissava Lho con un’espressione serena e sollevata.
Gli occhi, resi luminosi da quell’alone d’orato che aveva invaso l’umile capanna, erano accesi di un azzurro tanto trasparente da permettere quasi di vedere fin nel cuore del duca.
“Venite allora a mangiare o si fredderà tutto!” Esclamò Lho. “Riuscite a camminare, vero?”
“Si, ci riesco.” Rispose sorridendo Icarius.
“E ditemi… a cavalcare?”
“Come sarebbe?”
“I vostri cavalieri vi stanno cercando… non si sono dati per vinti… è ora che torniate a Capomazda, milord.”
“A Capomazda?” Ripeté Icarius sorpreso. “Ma io… non so nulla di quel mondo… non saprei nemmeno come comportarmi…”
“E’ lì il vostro posto.” Sentenziò Lho. “Siete l’ultimo dei Taddei… ed i grandi spesso non possono scegliere la loro vita.”
“Non posso… ho paura… forse non sarò un degno erede della mia stirpe… ma ho paura…”
“Anche Ardea ne ebbe.”
“Chi è Ardea?”
“Un vostro antenato.” Rispose Lho. “Ma la paura non gli impedì di affrontare il suo destino. Ed il vostro è a Capomazda.”
“Lho… verrete con me?”
Il vecchio guerriero lo fissò.
“Sono trent’anni che non metto piede nel palazzo ducale…”
“Proteggerete anche me, come faceste sempre con mio zio?”
In quel momento, nel guardare gli occhi di Icarius, per un attimo, Lho vide un bagliore.
Un bagliore che li attraversava, illuminandoli di una luce non comune.
La stessa luce che il vecchio guerriero vedeva anni prima negli occhi di Rauger.
Un’ora dopo, mentre August ed i suoi setacciavano il Gorgo in cerca di qualche traccia del loro signore scomparso, videro avvicinarsi due uomini a cavallo.
“Chi è la?” Urlò August. “Avanzate e fatevi riconoscere!”
“Viva il re!” Esclamò Lho. “E lunga vita a lord Icarius de Taddei!”
In quel momento il fedele August riconobbe l’uomo che era accanto a Lho.
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