Le mie dita si strinsero intorno alla pietra che Melisendra mi aveva dato. Chinai appena la testa alla donna allora e, mentre lei usciva, feci cenno a Monteguard e a Izar che potevano ritirarsi.
Poi tornai a guardare fuori dalla finestra...
Quella vaga caligine non se n’era ancora andata e, a banchi, continuava ad aleggiare sulla campagna, riempiendo il mio cuore di nefasti presagi...
“Bruma che non si scioglie al primo chiarore...” recitai appena tra me e me nella lingua di Sygma “porta con sé pena e dolore”
Rabbrividii.
E in quel momento, quasi inavvertitamente, il volto di mio marito fluttuò tra i miei pensieri... e allora, allora che dalla sua scomparsa per la prima volta finalmente ero da sola, un nodo mi serrò la gola e gli occhi iniziarono a bruciarmi forte.
Inspirai intensamente e lasciai che quella sensazione strana, cui non ero certa di saper dare un nome, defluisse... ma non avvenne. E ben presto, sopra tutto quel tumulto, iniziò a farsi strada soltanto una cieca, nera, irrazionale, incontrollabile paura...
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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