Una sonora risata dovette risuonare alle sue spalle pochi istanti dopo. Morrigan lo guardava e rideva, con un'allegrezza nel cuore che non si sarebbe mai aspettata.
"Oh, che romantico che siete!" gli gridò dietro con voce gaia "Vi siete riservato una ricca colazione e lasciate digiuna una dama che ha appena vinto un duello! Ah be'... bel cavalliere davvero!"
Così lo raggiunge e si mise a camminare al suo fianco, continuando a parlare allegramente:
"E sia, vi perdono... e vi consento anche di ospitarmi alla vostra tavola!"
Poi il suo tono mutò d'accento, la voce si fece più profonda e del tutto seria:
"Sentite, Guisgard... devo parlare con voi in privato di una questione importante... devo farvi solo alcune domande, poi vi lascerò in pace..."
Lo guardò un istante, come invitandolo a darle una risposta, quindi gli sorrise e continuò con fare affabile, come se non avesse voluto dar peso a quella strana richiesta:
"Ah, e datemi in prestito anche il vostro mantello... non vorrete certo farmi entrare in quella locanda in questo stato!"
Accennò con la mano all'abito strappato che lui le aveva sistemato con delicatezza, quindi, senza attendere risposta, tirò il cordone del suo mantello, glielo sfilò e se lo mise sulle spalle, coprendo la pelle che il fendente di Finiwell era riuscito a denudare.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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