Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 14-04-2011, 04.08.17   #308
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Voi… voi chi siete?” Domandò Icarius.
“Sono Lho Thanziul… fui guardia del corpo di lord Rauger, come i miei antenati lo furono degli Arciduchi che lo precedettero sul seggio di Capomazda.”
“Gli Arciduchi?”
“Si, i signori e custodi di queste terre” rispose Lho “e voi siete l’ultimo di quella nobile stirpe.”
“Per questo mi avete salvato?”
“L’ho fatto per carità Cristiana… ormai non sono più al servizio di nessuno…”
“Perché?” Chiese Icarius.
“Ero la guardia del corpo di lord Rauger… ma quando l’Arciduca, in seguito alla morte della sua adorata Roselide, decise di lasciare il palazzo di Capomazda io ritornai nella mia casa… e ancora oggi maledico quella mia avventata scelta…”
“Perché?”
“Perché non ero col mio signore quando, tornato dopo trenta anni al palazzo, egli morì! Sarei dovuto morire insieme a lui e non sopravvivergli! Ho mancato al mio dovere… maledicendo la mia stoltezza e condannando me stesso alla peggiore delle punizioni… oggi sono un fantasma, un’ombra… vivo nella carne, perché l’aria ed il sangue pulsano ancora in me… ma morto dentro, perché il mio spirito erra nei meandri di un passato che grida ancora il mio fallimento!”
“Allora siamo simili, amico mio…” mormorò Icarius “… entrambi cerchiamo un passato che ormai non ci appartiene più… e forse la morte è la nostra unica liberazione…”
Non siate sciocco!” Esclamò Lho. “Voi avete un presente da vivere e, a Dio piacendo, un futuro da conquistare! Siete l’ultimo dei Taddei ed il ducato dipende da voi!”
“Cosa dovrei fare? Non ricordo neanche il mio nome, come potrei servire al ducato?”
“Che mi sia sbagliato? Forse non siete il duca Icarius… no, guardandovi meglio comincio a dubitare di tutto ciò… avete gli occhi dei Taddei, quegli occhi grandi, luminosi, indomiti, capaci di riflettere i sogni più grandi e trasmettere le passioni più travolgenti… avete forse anche un nobile portamento, dei modi gentili nel parlare e nel mostrarvi… ma non basta questo per essere uno dei Taddei… no, presentate qualcosa ad essi sconosciuta… qualcosa che vi rende un uomo come tutti gli altri…”
“Cosa?”
“Avete la debolezza!” Rispose Lho. “Si, il limite che separa i nobili da tutti gli altri uomini! Mi sono sbagliato… siete solo un povero miserabile come me… senza futuro… rimettetevi presto e quando sarete in forza lascerete questo posto.”
Tornò allora a sistemare il fuoco, sul quale vi era una grossa pentola colma di minestra.
“Ho visto io stesso lord Rauger uccidere un cinghiale con le sue mani…” continuò Lho “… conficcandogli la spada nel bel mezzo della testa. Sono stato con lui a combattere sotto le mura di Sygma… mura che sembravano incrollabili, invalicabili… eppure lui vinse quelle mura… conquistando Sygma e spegnendo ogni suo proposito di ribellione… no, voi non siete suo nipote… Icarius è morto… è forse è un bene… così nessuno dei Taddei dovrà assistere alla prossima ed inesorabile caduta di Capomazda…”
“L… Lho…” mormorò Icarius scendendo dal letto “… se davvero sono colui che voi credevate… allora lo dimostrerò… e prima a me stesso… battiamoci…”
“Siete ferito e senza forze… ed io sono vecchio e stanco… saremmo ridicoli…”
“In… in guardia…” e tentò di lanciarsi sul vecchio davanti a lui, ma perse l’equilibrio.
“Il furente gufo già spicca il volo…” disse Lho sorreggendolo “… anche se le sue ali non possono ancora sostenerlo!”
“Io… io…” balbettò Icarius.
“Ora non sforzatevi oltre… riposate… la notte per voi sarà dolce…”
Un attimo dopo Icarius, aiutato da Lho, tornò a letto e cadde in un sonno profondo.
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