“Mamma, mamma! Chi è quello?”
“E’ San Michele Arcangelo che risplende in chiesa al chiaror delle candele... esprimi un desiderio, bambino mio, ti sta sorridendo…”
“Chi siete, mio signore? Forse San Michele?”
“Non sono né San Michele, né nessun altro Angelo di Dio! Sono un cavaliere, ragazzo mio!”
“Se non riesci a restare in piedi sotto la cascata, allora prendi le tue cose e lascia la mia casa…”
“Maestro, guardate! Riesco a stare dritto sotto la cascata! Ci riesco, maestro! Ci riesco!”
“Perecourt, metti il cucciolo in salvo!”
“Chi sei tu, cavaliere?”
“Il Cavaliere del Gufo…”
Le acque melmose e fetide del Lagno…
Il fuoco nella selva…
Una figura misteriosa nella brughiera…
“No!” Saltò su dopo quei confusi sogni.
Si guardò intorno ansimando.
Si trovava in una piccola stanza.
Poco distante vi era un camino acceso, nel quale si consumavano alcuni rami secchi.
Sentiva la testa sul punto di esplodergli, eppure fissando il lento ardere di quella fiamma un senso di pace e tranquillità per un istante si impossessò di lui
“Finalmente avete ripreso conoscenza…” disse l’uomo anziano accanto al fuoco “… avete dormito per tre giorni…”
In quel momento cominciò a sentire una fitta all’altezza del suo fianco.
“Non agitatevi troppo, però…” continuò l’uomo anziano “… o vi si aprirà la ferita…”
Si avvicinò al letto e, spostando la coperta, controllò la ferita.
“Brutta ferita…” mormorò “… è un colpo di spada… e siete stato fortunato a sopravvivere… chi vi ha ridotto così?”
L’uomo ferito restò in silenzio, fissando il suo interlocutore con aria stupita.
“Io… io… non ricordo…”
“Sarà stato a causa della caduta in acqua… vedrete che fra un pò vi ritornerà alla mente l’accaduto…”
“Ho… ho un mal di testa insopportabile…”
“Prendete questa tisana… vi farà bene…”
L’uomo ferito prese la ciotola e cominciò a bere.
“Chi siete voi?” Chiese poi a colui che sembrava essere il suo salvatore.
“Il mio nome è Lho…” rispose questi.
“Vivete qui da solo?”
“Si, se il Sole, la Luna ed il vento non valgono come compagni.” Ed accennò un sorriso.
L’uomo ferito smise di bere e cominciò a fissarlo.
“E ditemi… perché sono qui?” Domandò.
“Non ricordate neanche questo? Siete caduto nel Lagno, forse proprio in seguito a quella brutta ferita…”
“Non ricordo nulla…” mormorò il ferito “… nulla… neanche il mio nome…”
Lho si voltò di scatto e restò a fissarlo per alcuni interminabili istanti.