Gervan e Llamrei avevano volutamente rallentato il passo, proprio per permettere a Hastatus di raggiungerli presto.
Ed infatti, poco dopo, la sagoma del cavaliere apparve nel bosco.
“Ecco sir Hastatus!” Disse Gervan, indicando il cavaliere alla sua compagna di viaggio.
E così, riunitisi, i tre continuarono il loro viaggio verso il monastero delle Agostiniane.
Ad un tratto, però, avvistarono del fumo in lontananza.
“Sembra provenire dal luogo in cui si trova il monastero!” Esclamò Gervan. “Presto, affrettiamo il passo!”
I tre giunsero così a poca distanza dal monastero, restando ben nascosti nel bosco circostante.
Il santo luogo era in fiamme e le monache erano state tutte portate davanti al portone d’ingresso.
Vi erano cavalieri ovunque e minacciavano, insultavano e colpivano le monache.
“Passatele tutte a fil di spada!” Ordinò colui che sembrava essere il capo di quei cavalieri. “Odio la Chiesa e tutti i suoi adepti!”
Ad un tratto alcuni dei suoi portarono fuori delle orfanelle.
“E queste da dove arrivano?” Chiese il Cavaliere del Gufo.
“Le monache le avevano nascoste nei sotterranei del monastero.”
“Lasciatele stare!” Gridò una monaca. “Sono Angeli di Dio!”
“Zitta, cagna!” La zittì e colpì uno dei cavalieri.
“Come recita il vostra Vangelo? Il gregge ed il suo pastore? Allora prepareremo qualcosa di degno…” mormorò Gouf “… prendete quelle pelli di pecore che abbiamo predato nell’ultimo villaggio!”
I cavalieri fecero allora vestire le orfanelle con quelle pelli e secondo gli ordini di Gouf le fecero poi correre nello spiazzo davanti al monastero.
“Liberate i molossi!” Ordinò allora Gouf.
Un attimo dopo i feroci cani si lanciarono all’inseguimento delle bambine.
E quando le ebbero raggiunte, le sbranarono senza pietà, sotto gli occhi divertiti dei cavalieri di Gouf.
“Cosa ne facciamo delle monache, mio signore?” Chiese Aytli.
“Ci ho ripensato… saranno un dono per i miei cavalieri…” rispose Gouf.
“Grazie, milord!” Esultarono i suoi.
“E trattele con cura…” ridendo Gouf “… sono le spose di Cristo!”
Presero allora le monache, insieme a quanto di prezioso c’era nel monastero ed andarono via, lasciando quel desolato scenario di morte alle loro spalle.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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