Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
[I]
“Non guardare…” disse il fanciullo dai riccioli d’oro a Melisendra.
In quel momento dal giardino si udì un grido di disumano dolore.
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Le parole del bambino mi rimbombavano nelle orecchie. L'urlo era stato così terribile che mi aveva svegliato di soprassalto.
Pensai confusamente alla donna, al fanciullo malinconico che mi aveva guidata attraverso la visione e ai pochi nomi che avevo udito: Gyaia... Ardeliano... Avrei dovuto parlarne con qualcuno? Per questo avevano iniziato a perseguitarmi a tal punto da infilarsi nei miei sogni? Quale arcana volontà le stava generando?
Restai sdraiata, guardando il broccato del baldacchino fino a quando non mi riaddormentai.
La luce filtrava a mala pena tra i tendaggi. Una luce pallida che annunciava l'alba imminente. Era un'ora perfetta per uscire. Sgusciai fuori dal letto e indossai una tunica bianca e leggera, quasi impalpabile. La sopravveste era altrettanto bianca e sottile. Strinsi una lunga cintura di cuoio sotto il seno e la fissai con un intreccio. Lasciai che i capelli mi scendessero lunghi sulla schiena e scesi in giardino.
L'erba rugiadosa mi bagnava piedi e caviglie, il profumo del mattino mi stordì e confortò. In piedi tra gli alberi osservai le nuvole tingersi di un delicato colore rosato. Il vento mi accarezzò, gonfiando le vesti e facendole ora aderire al mio corpo e ora scompigliandole.
Mi sdraiai tra l'erba, godendo della brezza e delle prime luci di quel sole rosso sangue che stava sorgendo.
Non so quanto rimasi lì a godere della forza della terra scura su cui mi ero adagiata, ma presto il sole fu alto.
Mi alzai e decisi di andare a cercare il Capitano Monteguard, forse con un po' di fortuna avrei incontrato Lady Talia.