Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 11-04-2011, 13.27.40   #252
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Osservai Izar eseguire quel breve inchino, prima di ritirarsi... aveva parlato con cortesia, come era sua abitudine, e come di consueto le sue argomentazioni potevano essere risultate assolutamente valide... eppure vi era qualcosa nel suo atteggiamento, in quello sguardo che aveva evitato di posare su di me ma che aveva tenuto fisso sul ritratto, che non mi convinceva del tutto. Ero certa che quell’uomo mi nascondesse qualcosa e, osservandolo sparire in fondo al corridoio, mi promisi che avrei scoperto di cosa si trattava, prima o poi!
Tornai poi, per un istante, ad osservare il ritratto di lady Gyaia e sospirai... qualsiasi cosa si celasse dietro quella figura triste, mi dissi, non lo avrei certo capito quella sera. Così mi voltai, chiamai Pascal perché mi seguisse e mi diressi verso la porta.
Ero appena rientrata nelle mie stanze, quando di nuovo fui chiamata: era giunta una carrozza da Sygma... ‘una carrozza da Sygma’? mi chiesi, sorpresa.
Poco dopo entrai nella sala delle udienze nella quale gli ospiti erano stati fatti accomodare.
Tre persone erano in quella stanza, ma la mia attenzione fu totalmente catalizzata da una di esse... un giovane alto dai penetranti occhi neri, occhi che conoscevo molto bene ma che non credevo avrei mai più rivisto, occhi dallo sguardo distaccato e inesorabile ma che sapevo capaci della più sfrenata allegria...
Rimasi per un istante tanto sorpresa nel vederlo che mi mancò la voce, ma immediatamente colsi un moto involontario di Izar alla mia reazione e mi ripresi in fretta: spostai quindi l’attenzione sul priore e a lui mi avvicinai per primo, con un sincero sorriso...
“Padre!” dissi “Che gioia inattesa avervi a Capomazda!”
Il priore Hadoss, confessore di mio padre fin da quando ne avevo memoria, era un uomo di mezza età, energico e volitivo. Prese le mie mani nelle sue e le strinse, in un gesto benevolo.
La mia attenzione sostò per un momento su di lui, poi lentamente si spostò di nuovo sull’altro ospite...
“Matthias...” mormorai con un vago sorriso ma, prima che potessi aggiungere altro, Pascal entrò silenzioso nella stanza e, riconosciuto il nostro vecchio amico, gli si avvicinò e prese a strusciarsi alle sue gambe e a fare sonoramente le fusa.
Lo guardai per un attimo poi, rialzandoli, i miei occhi incrociarono quelli di Matthias ed entrambi sorridemmo. E fu allora, in quel preciso istante, che quella sensazione di cupa solitudine e di desolante abbandono, che mi aveva accompagnata negli ultimi mesi, iniziò a dissolversi.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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