“Non c’è bisogno di correre!” Disse divertito Pasuan a Dafne. “Guarda che il mio paese non scappa mica!”
Fece allora gli scalini a tre alla volta e raggiunse la ragazza che lo precedeva, animata com’era dal suo vivo entusiasmo.
Pasuan e Dafne salirono così fino in cima alla vecchia torre diroccata.
La sera era ormai giunta e la fresca brezza che aveva soffiato per tutto il giorno aveva reso il cielo chiaro di stelle scintillanti e l’orizzonte limpido, sgombro da nebbia e foschia.
“Eccolo, è laggiù…” disse Pasuan indicando il punto in cui si trovava il suo paese natio “… se fissi con attenzione il punto che ti indico, potrai vederne le luci in lontananza…”
Dafne, raggiante era davanti al cavaliere, con la schiena poggiata sul suo petto.
E sentiva battere forte il cuore di lui.
Pasuan invece la fissava mentre, con un sorriso e gli occhi luminosissimi per la gioia, la ragazza si perdeva in quello scenario reso incantato dalla magia della sera.
Restarono a fissare quello spettacolo per un tempo indefinito, fino a quando Pasuan l’avvolse nel suo mantello.
“L’aria comincia ad essere un po’ troppo fresca…” mormorò “… vieni, meglio scendere…”
Si sistemarono allora nel vano sottostante, che presentava ancora la copertura lignea per poterli riparare.
Pasuan coprì Dafne col suo mantello e poco dopo la ragazza si addormentò.
Lui restò però sveglio, a fissarla tutta la notte.
“Sorridi, piccola…” pensava il cavaliere guardandola “… forse era da tanto tempo che non sorridevi… troppo tempo…”
Fissò allora il cielo attraverso una delle finestre e si accorse che mai come quella notte gli era parso così bello.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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