Intanto, Llamrei era entrata nel palazzo.
Qui aveva incontrato un giovane paggio, ma prima che lei potesse parlargli il disordine generale, causato dall’incidente accaduto al duca, aveva già attirato l’attenzione di tutti.
La monaca così si ritrovò da sola in quello sterminato palazzo.
Ad un tratto sentì come una strana sensazione.
Si sentiva osservata.
Si guardò intorno e si accorse dei tanti ritratti che sembravano fissarla.
Ed uno in particolare pareva essersi come destato per la presenza di quella monaca.
“E’ lady Conelia…” disse una voce alle spalle di Llamrei “… una donna straordinaria, fuori dal comune… se fosse viva il ducato non rischierebbe di cadere in rovina…”
Era un vecchio servitore.
“Cosa cercate, sorella?” Domandò alla monaca. “Il palazzo è vuoto come la corazza di lord Rauger… vuota, senza più l’ardore che un tempo animava i signori di Capomazda…”
Fissò per qualche istante il ritratto della Granduchessa ed aggiunse:
"Talvolta, durante notti insonni ed inquiete, mi ritrovo quasi senza volerlo a passeggiare in questi corridoi... ed allora quasi mi sembra di udire la voce della mia signora..."
"Ahimè, molte ore e anni son trascorsi,
da quando esseri umani sedevano intorno
a questo tavolo e candelabri scintillavano
su di esso.
Mi sembra di udire l'eco del tempo trascorso
e perduto che ancora mormora intorno a noi
dall'alto di queste cupe volte, come lamenti
sospesi degli Arciduchi che ormai da tempo
dormono nelle loro tombe."
Lady Conelia de Taddei
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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