Stavo camminando speditamente nel corridoio quando udii la voce di Izar gridare e chiamarmi, così mi bloccai, sorpresa: raramente lo avevo visto tanto agitato.
Ascoltai in silenzio le sue parole, il raccondo di quanto era appena successo secondo quello che lui, a sua volta, aveva appreso dalle parole di Perecourt...
Quando la sua voce si spense io rimasi immobile per un istante... la mia mano scivolò involontariamente verso la piccola tasca dell'abito in cui avevo nascosto quella missiva e sfiorò appena la ruvida pergamena. Solo per un istante, poi socciusi gli occhi e la spostai al mio collo, a cingere quel medaglione che custodiva il suo ritratto...
Mi sentivo tanto combattuta e indecisa nel cuore, quanto lucida e fredda nella mente...
"Venite, Izar!" dissi all'uomo, prima di voltarmi e prendere la scala che scendeva verso i piani inferiori.
E in un istante giungemmo nel cortile.
C'era confusione e disordine, servi e ancelle agitati che correvano dappertutto, paggi sconvolti, soldati confusi...
Individuai il capitano Monteguard e mi diressi verso di lui, solcando quel mare di gente.
"Capitano!" dissi, in tono stentoreo, quando lo ebbi raggiunto "Fate tornare l'ordine immediatamente. Questa confusione non risolverà niente! Dopo di che raggiungetemi nel vostro ufficio... voglio il punto della situazione!"
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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