05-04-2011, 13.13.43
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#176
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Cittadino di Camelot
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Stavo ancora di fronte alla finestra quando Pascal attrasse la mia attenzione con un sonoro miagolio... così mi voltai a guardarlo e lo vidi sgusciare in fretta nel corridoio. Rimasi per un istante perplessa, poiché quello era davvero un comportamento insolito per lui... e proprio per questo, probabilmente, mi affrettai a seguirlo.
Lo rincorsi per corridoi e scale, chiedendomi cosa mai l’avesse mosso ad un simile comportamento. Poco dopo si insinuò oltre una porta accostata e anche lì lo seguii, non facendo minimamente caso a dove fossimo.
Con sorpresa mi ritrovai nella biblioteca.
Mi addentrai lentamente tra gli alti scaffali, guardandomi intorno... poi lo vidi. Era saltato su un tavolo e qui si era seduto, proprio di fianco ad un enorme codice.
“Pascal! Sei forse impazzito?” lo rimproverai, avvicinandomi e prendendolo tra le braccia...
E fu allora che i miei occhi caddero casualmente sulla pagina di quell’antico volume.
Lessi.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
"Avvicinati a quel ritratto, guarda la sua tela;
questo non è il trapasso di uno spirito in pace,
che come il Sole all'albeggiare si libra nel cielo
mattutino ridestando la natura in ogni dove
ed è accompagnato da sospiri e lacrime dei giusti.
Ben diverso è il commiato dell'Arciduca."
Conelia de Taddei.
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Quelle parole fecero scattare qualcosa di indefinito nella mia mente.
Lessi di nuovo...
Avvicinati a quel ritratto, guarda la sua tela...
I ritratti.
questo non è il trapasso di uno spirito in pace...
Meditai.
Ben diverso è il commiato dell'Arciduca...
Il commiato dell’Arciduca?
Lentamente una serie di sconnessi tasselli presero ad inanellarsi nella mia mente...
Il corridoio dei ritratti e la storia narratami da Izar. Quel corridoio e la misteriosa figura che avevo scoperto il ogni singolo dipinto. Era quella stessa figura che io stessa avevo visto dalla finestra del palazzo quella sera, proprio quella sera. Poi il sogno che avevo appena fatto, quella donna, le sue parole, la sua voce, la sua lingua, il suo volto. Ed ora quell’antico codice e, di nuovo, quell’allusione ai ritratti...
Ripensai alle ultime parole che mi aveva rivolto lord Rauger... quel rammarico nei suoi occhi... cosa aveva desiderato dirmi? Qualsiasi cosa fosse stata, era morta con lui solo poche ore dopo il nostro colloquio...
Già, la sua morte... così misteriosa, così violenta...
Ben diverso è il commiato dell'Arciduca... diceva quel testo.
Diverso... diverso da quel ‘trapasso di uno spirito in pace’... certamente! Ma perché?
La mia mente lavorava frenetica.
Lentamente posai una mano su quel volume e feci delicatamente scorrere le dita sulla pagina ruvida...
“Che cosa sta succedendo qui?” mormorai.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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