Accomodata su una sedia, mi guardai intorno e iniziai a parlare:
"Se sir Astalate vi ha scritto una missiva di presentazione, allora conoscete già una parte della storia... sono un'incantatrice... e ho un certo talento come spia... abbastanza da non trovarmi in situazioni come questa..." Scossi le spalle.
"Mio caro capitano, il motivo per cui conosco il Gufo è che vissi insieme a lui per due stagioni, lo sorvegliavo per conto del mio padrone, a un certo punto mi arrivò l'ordine di eliminarlo e, da quel che ricordo, lo feci... ma qualcosa deve essere andato storto."
Il sole era sorto ormai. Ripetere le stesse parole era diventato difficile. Dire la verità si stava dimostrando più arduo della serie di menzogne che costituivano il mio arsenale di spia durante le missioni.
"Conosco la sua armatura, stavo cercando quel metallo prezioso per conto del mago... in effetti fu quella la ragione che mosse gli eventi: il cavaliere stava diventando ingestibile." Presi fiato. "Divenni intima di Gouf in quel periodo..." Mi schiarii la gola. "Lui sapeva il reale motivo della mia presenza nel suo castello. Formalmente gli ero stata inviata come dono dal mio signore... come un cavallo, insomma, solo che le mie proprietà mi rendono più unica di un equino. Infatti le mie facoltà possono far recuperare rapidamente le forze dopo la battaglia e sanare qualunque ferita..." la mia pausa lasciò intendere in quale modo. "Non mi uccise quando gli confidai la verità, ma si propose di liberarmi... pochi giorni dopo, giunse l'ordine e con esso la promessa che se non avessi rispettato le consegne, ci sarebbero state dure conseguenze per tutti i poveri abitanti di quelle terre. Il mio signore ne avrebbe uccisi dieci al giorno fino a quando non avessi portato a termine i miei doveri. Ero troppo stanca del sangue innocente per permettere che altro ne fosse versato."
"Sono tutt'ora stanca" sospirai "ciò che faccio ora che sono libera è un piccolo tentativo di riparare alle mie azioni passate."
Guardai il capitano negli occhi, ma distolsi quasi immediatamente lo sguardo. Non desideravo pensasse che cercassi di incantarlo. "Vi basta... o devo ricominciare?"
Mi alzai e mi appoggiai alla finestra, pensierosa "Mentre parliamo chissà quali oscuri progetti si stanno ponendo in atto..." Accarezzai il vetro, contro il quale splendevano i raggi di sole. "Prego che la ragione vi consigli di fidarvi delle mie parole e di aiutarmi a entrare nel campo nemico. Da lì sarò una spia più utile che chiusa in una prigione."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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