I miei occhi brillarono come quelli di un animale selvatico alle parole di Ravus. Non apprezzavo quel genere di tono nella voce di chi mi rivolgeva la parola... e non avevo più ricevuto ordini dal momento della mia fuga. Pensai che forse avrei fatto bene a prendere Pandemonio e galoppare verso il campo nemico, con la speranza di riuscire a trovare una storia convincente per intrufolarmi nel campo e cercare Gouf. Ma decisi di essere diplomatica, prima di attuare il mio rischioso piano.
Fulminai con lo sguardo il vecchio Ravus e mi rivolsi a Izar: "Rimarreste sorpreso dalla facilità con cui ci si può infilare tra le linee nemiche... ci sono persone istruite a dovere per questo compito e sono certa che non avranno scrupoli a servirsene..." Mi voltai verso il capitano Monteguard: "Capitano Monteguard, temo di potervi dire io il nome del condottiero che sconfisse le vostro drappello di soldati..." esitai "se le voci che si rincorrono sono vere, è un uomo che chiamano Gouf e il mio destino si è già intrecciato col suo una volta, in passato... conosco i suoi metodi e le sue abitudini, potrei azzardare di poterne individuare perfino le debolezze che si celano dietro la sua corazza invincibile."
Mi rivolsi ai presenti: "Se sono giunta fin qui e ho offerto i miei servigi alla vostra causa, non è per restare seduta in ozio mentre tempo prezioso scorre inesorabilmente. Potrete anche avere dubbi sulla natura dei miei poteri e chiamarli "pratiche oscure e innaturali", ma non abbiate dubbi sul fatto che la mia parola, quando data, vale quanto un sacro patto. Perciò, signori, vi esorto a prendere in considerazione l'idea di fidarvi della liceità delle mie intenzioni" Presi respiro.
"Inviatemi nel campo nemico." Fissai con determinazione lo sguardo sui tre uomini e attesi la loro reazione.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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