Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 31-03-2011, 21.11.15   #128
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Lady incantatrice…” disse Guisgard sorridendo ed accennando un cortese inchino “... i miei omaggi…”
Un attimo dopo Melisendra seguì il servitore che la condusse nel palazzo.
Qui, nella Sala Grande, tutto era pronto per la sontuosa cena.
Poco dopo giunsero Icarius, Talia e Izar.
Attorno alla nobile tavola, oltre loro e Melisendra, vi erano Morrigan, Monteguard, Ravus e August.
Ad un certo punto, Ravus, alzandosi in piedi, invitò tutti a brindare.
“Brindiamo al nostro signore ed alla sua bellissima moglie. All’amore che è la sola gioia della vita!”
“L’amore, monsignore?” Ripetè con tono quasi beffardo Icarius. “E perché invece non a qualcosa di più reale e concreto? Non vi sembra che questo ammuffito palazzo sia già intriso fin troppo di miti e leggende? Lasciamo Amore ed i suoi romanzeschi incanti ai poeti, ai bardi e ai cantastorie! Perché invece non brindiamo a ciò che davvero può rendere interessante e piena la vita? Alla ricchezza per esempio! E voi, monsignore, ben dovreste comprendere ciò che dico… visto che siete l’unico a sapere dove l’Arciduca mio zio, che riposi in pace, aveva nascosto il favoloso tesoro della nostra stirpe!”
“Veramente…” balbettò sorpreso ed imbarazzato il chierico.
“Mio signore…” intervenne August “… io credo che dobbiate occuparvi della guerra e non del…”
“Tu credi, amico mio?” Lo interruppe Icarius. “E da quando hai maturato un tale intuito? Mi piacerebbe comprenderlo… visto che, a quanto pare, il figlio di un semplice maniscalco, quale tu sei, appare più lungimirante ed arguto del suo signore…”
“Dove? Dove è finito quel giovane con cui sono cresciuto? Questo mi chiedo…” mormorò August “… dov’è quel ragazzo che prendeva a pugni i prepotenti, che correva dietro al vento per conoscerne la dimora, che dava un nome ad ogni stella della notte? Quel ragazzo nei cui occhi ho sempre visto il più alto ed assoluto modello cavalleresco? Dov’è finito? Dove?”
“Badate a ciò che dite, August!” Lo riprese Izar.
“Lasciate perdere, Izar…” mormorò Icarius al suo fedele consigliere “… sir August… credo che possiamo fare a meno della vostra presenza, stasera…” aggiunse poi, fissando l’amico d’infanzia.
“Grazie, milord!” Rispose quasi come una liberazione il cavaliere.
Ed uscì dalla sala.
“Beh…” riprese a dire Icarius come se niente fosse “… non indugiamo oltre o queste pietanze perderanno il loro sapore, amici miei.” E riprese a mangiare.
Un attimo dopo un servitore annunciò l’arrivo di Perecour il guardiacaccia.
“Milord, e voi tutti, perdonate questa mia intrusione…” entrando il guardiacaccia “… ma so che sto per rendere felice il mio signore…”
“Cosa accade, amico mio?” Chiese Icarius visibilmente incuriosito.
“Mio signore, torno ora dal bosco di Cernia… dove abbiamo trovato tracce di una misteriosa fiera…”
“Misteriosa?” Ripetè il duca.
“Si, le tracce sembrano appartenere a qualche animale sconosciuto…”
“Dove esattamente?”
“Nel Gorgo del Lagno, mio signore.” Rispose Perecour.
“Allora prepara tutto!” Disse il duca. “Domani partiremo all’alba per quel luogo!”
“Quel posto è molto selvaggio, mio signore…” intervenne Izar “… e non mi sembra il caso che vi rechiate lì per una battuta di caccia… soprattutto data la difficile situazione che stiamo vivendo!”
Sciocchezze, Izar!” Minimizzò Icarius. “Non rinuncerò alla mia passione per la caccia per niente al mondo! Ed ora, amici miei…” rivolgendosi agli ospiti “… proseguiamo pure con la nostra cena.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

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