Gaynor aveva appena finito di annodare l'ultima estremità di un brandello di tunica, formando una specie di corda lunga di cui stava giusto testandone la resistenza, quando alcuni di quegli uomini tatuati e Lyan entrarono nella sua cella per portarla all'altare sacrificale. Alla vista della bambina, il dolore che ne provò fu talmente forte da essere quasi fisico. Un volto d'angelo dal cuore di diavolo... eppure lì dentro, da qualche parte in quel piccolo corpo, doveva esserci la vera Lyan, una normale bambina partorita da un grembo materno e non sputata fuori dalle viscere dell'inferno. Guxio ne aveva plagiato la mente, ma Gaynor era sicura che la sua anima era solo sopita, non morta...
Venne condotta all'altare sacrificale, fatta distendere e tenuta ferma da quattro dei suoi nemici. Pochi minuti dopo vide con stupore i suoi compagni entrare nella grande sala scortati da un gruppo di quei rinnegati, che li legarono ad uno ad uno a delle colonne con delle robuste corde. Con Guisgard e gli altri c'era anche un volto sconosciuto, probabilmente un altro cavaliere finito nelle mani della setta nel tentativo di combatterli.
E' finita davvero, siamo tutti qui, immobilizzati e pronti al rituale del sacrificio, senza possibilità di scampo... Non era certo questo che avevo previsto lasciando Imperion, ma forse questa è la punizione che merito per tutto ciò che di sbagliato ho fatto nella mia vita... Signore Iddio, affido a te la mia anima, sia fatta la tua volontà e non la mia...
In un mormorio quasi impercettibile, Gaynor cominciò a pregare.
Pater Noster qui es in cælis,
sanctificétur Nomen Tuum;
advéniat Regnum Tuum,
fiat volúntas Tua,
sicut in cælo et in terra.
Ave Maria, gratia plena,
Dominus tecum,
benedicta tu in mulieribus,
et benedictus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta Maria, mater Dei,
ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.
Amen... si, così sia...
La voce di Dukey le arrivava come da lontano, sentiva lui e Guisgard litigare, ma non avrebbe saputo ripetere le loro parole. Si sentiva avvolta in una sorta di limbo, solo un gran freddo le impediva di lasciarsi andare, la sua mente non le chiedeva che oblìo...
Un ultimo sguardo ai suoi compagni... un ultimo sguardo a Guisgard, che voleva essere come una carezza, ed un sorriso appena accennato rivolto a lui solo e ai suoi limpidi occhi blu... dopodichè Gaynor chiuse gli occhi, lasciando che alcune lacrime le scendessero sulle tempie per poi fermarsi sui suoi capelli, perle trasparenti che in quel momento rappresentavano l'emblema dei suoi rimpianti...
__________________
"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
|