Le mani di quel verme si muovevano lussuriose su di lei.
Dio mio, dammi la forza...
La sua lingua avida le lambiva l'incavo del collo.
Signore ti prego, fa che io resista...
La sua voce le chiedeva di denudarsi per lui.
Ora, o mai più...
Ad un tratto la porta cigolò.
“Stolto!” Esclamò Lyan varcando la soglia. “Se il maestro ti vedesse, verresti immolato insieme a quei miserabili che abbiamo catturato! Sai bene che le martiri non possono essere toccate! Ora vieni via… manca poco al cerimoniale!”
Di malavoglia, Dukey si ricompose e uscì dalla cella, lasciando Gaynor nella più totale disperazione. Il suo tentativo di fuga era stato reso vano dall'intervento di Lyan... l'umiliazione per quanto appena accaduto era così cocente che lacrime copiose le offuscarono la vista. Sentiva ancora addosso le mani ed il respiro del rinnegato, ed un solo pensiero si ripeteva infinito nella sua mente.
E' stato tutto inutile, tutto inutile... Non c'è modo di scampare alla sorte... Ma quei fanatici non mi avranno viva, il mio corpo non sarà profanato dai loro rituali bestiali...
Ripensò a Duncan ed al fatto che non avrebbe mai saputo cosa le fosse accaduto... pensò a sua madre, al suo dolce volto e alle sue carezze che non avrebbe mai più ricevuto... rivide i suoi compagni di sventura e si maledisse per aver condotto alla morte anche Iodix e il vecchio, che si erano fidati di lei... e poi ci fu solo un volto, quello di Guisgard, a riempirle la mente e gli occhi.
Non lo vedrò più... proprio ora che avrei avuto così tante cose da dirgli... ma ormai è tardi, i giochi si sono conclusi...
Gaynor si alzò in piedi, gli occhi ora asciutti, e cominciò a strappare la tunica in tante strisce sottili, di cui legò insieme le estremità con l'intento di formare una specie di corda...
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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