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Vecchio 04-02-2011, 21.28.01   #1092
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Le due dame camminavano attraverso il lungo corridoio e, tra le due, donna Ines teneva in mano un candeliere.
“E’ giunto oggi a Cartignone?” Chiese Talia, con la voce rotta dall’emozione.
“Si, milady.” Rispose donna Ines.
“E’ una pazzia…”
“Si, mia signora.”
“E’ già qui a palazzo?” Domandò Talia.
“Sarà ormai giunto.” Rispose donna Ines. “Gilbert lo stalliere lo avrebbe accompagnato attraverso i giardini.”
“Che follia…”
“Follia e pazzia” replicò la fedele dama “sono ignote ad un innamorato.”
“Non sono cose da contemplarsi” la riprese Talia “e voi lo sapete.”
La dama annuì lievemente.
“E poi non posso rischiare di perdere anche voi…” continuò Talia “… monsignor Guxio ormai ha cacciato ogni mia dama di compagnia, accusandole di tradimento verso la corte… se perdessi anche voi… io resterei sola in questa prigione…”
“Eccoci, milady.” Indicò donna Ines. “Gilbert ha detto che l’avrebbe portato in questa stanza.”
Nella stanza, in piedi davanti ad una biblioteca gremita di libri c’era Guisgard.
Aveva fra le mani il suo cappello piumato ed un lungo mantello scendeva sulle sue spalle.
La spada bene in vista, come è usanza per ogni cavaliere di Cornovaglia e un paio di guanti di pelle di daino erano adagiati nel ricco cinturone di cuoio.
Sir Guisgard passava a ragione come il più temerario ed affascinante cavaliere di Britannia.
Sul suo conto, da quando aveva ereditato il ducato di Cornovaglia, si narravano storie ed avventure di ogni genere.
Prediletto del re e favorito dell’arcivescovo di Canterbury, Guisgard aveva fama di essere campione assoluto di cavalleria e cortesia e molti giuravano che Roma gli avesse già strappato la promessa di una sua partecipazione ad una Crociata di Reconquista in Spagna.
Ad un tratto la porta si aprì ed il cavaliere sospirò un nome ad alta voce.
Era giunta lady Talia.
Ancora giovanissima, la signora di Cartignone, era nel fiore della sua bellezza.
Guisgard restò a fissarla, come fa il naufrago quando scorge la terra lungo l’orizzonte, o il marinaio quando riconosce nel cielo di un emisfero sconosciuto una stella amica.
Talia gli appariva bellissima.
Come un sogno.
Ancora più bella dell’ultima volta.
“Forse è vero” disse “come ciò che è lontano ci appare sempre più bello…”
“Sir, io…” tentò di dire Talia.
Ma Guisgard non le permise di aggiungere altro, inginocchiandosi davanti a lei.
“Sir, sul vostro onore…” riprese a dire la ragazza “… ben sapete che mai io incoraggiai qualsiasi vostro slancio o intenzione.”
“Non aggiungete altro, milady…” la interruppe Guisgard “… fui stolto io a credere al contrario…mi illusi che il purpureo tramonto di una sera d’Inverno presagisse cielo terso e azzurro per l’indomani, o che una lieve brezza spazzasse via la calura e l’umidità da un sognante crepuscolo di fine Estate… ma ora che vi vedo nulla più ha importanza per me…”
“Continuate a rischiare simili situazioni…” lo riprese lei “… ben sapendo che questa corte ha occhi ad ogni angolo e orecchie dietro ogni colonna... ebbene, ancora una volta vi chiedo di non tornare più qui a Cartignone e dimenticare questa vostra sciocca ed inutile passione…”
“Inutile?” Ripetè Guisgard. “Forse… ma questi momenti sono linfa per me… sono i ricordi che conserverò per rendere meno avvilente quanto mi resta da vivere… sorridetemi ora… un vostro sorriso ed il mio scrigno sarà colmo… e sarà il solo tesoro che nutrirà ogni altro attimo che mi sarà concesso in questa vita... da quella prima sera in cui vi vidi proprio qui a Cartignone ad ora… ora che tutto di voi mi dice addio… tutto tranne il tremore della vostra voce e la luce dei vostri occhi che mi accarezza dove le vostre parole mi percuotono…”
“Non siate sciocco e sacrilego, cavaliere…” mormorò lei fingendosi indispettita “… non comprendete che tutto ci separa? Due terre ostili, i giuramenti della Fede e quelli della patria! Coi vostri insensati propositi vi ritroverete a sfidare la legge degli uomini e quella della Chiesa!”
“La Chiesa?” Ripeté Guisgard. “Ma essa è custode delle sole Leggi Divine, che il Buon Dio fece per rendere felici i Suoi figli! Non capite che nulla è più sacro di quanto io provi per voi!”
“Tacete!” Lo zittì quasi con uno sforzo lei. “Tacete e non rendete il tutto più doloroso!”
“Cercate, mia signora…” la esortò lui “… cercate un amore più grande del mio… un amore che non chiede o pretende sospiri, baci, carezze… un amore che si nutre di se stesso… un amore che alberga in un solo cuore eppure, da solo, nutrirebbe tutti quelli che pulsano su questo mondo! Cercate, milady, cercate un amore simile al mio ed io allora vi avrò mentito! Cercatelo fin anche nei romanzi o nelle poesie, nelle leggende, nei miti e persino nei sogni! No… non troverete nulla di simile al mio amore… né in passato, né oggi e né in futuro…”
E si chinò baciando il lembo del suo abito di raso azzurro.
“Andate via, vi supplico…”
“Chiedetemi di morire, sarebbe meno doloroso…”
“Non capite, qui siete in pericolo…”
“Allora siete in pena per me!” Esclamò Lui. “Voi dunque mi amate! Nel bosco… durante la fuga… io sentii il vostro amore...”
“Milord…” sospirò lei “… forse gli eventi funesti, il fascino dell’avventura, la forza della vostra audacia… forse io ne fui affascinata…ma non altro…”
“Allora celatemi la verità…” disse lui “… lasciatemi con quest’illusione... mi avete rubato il cuore e l’anima, lasciatemi almeno quest’utopia celata da speranza…”
“Milord…” quasi commossa lei “… monsignor Guxio vuol rompere ogni legame con la Cornovaglia a causa vostra…”
“Non aspetto altro!” Esclamò lui. “Questo vorrà dire guerra! Ed io potrò tornare in queste terre! Non come clandestino, ma come conquistatore! Ulisse conquistò Troia, Rinaldo Gesuralemme ed io farò altrettanto con Cartignone! E la ricompensa non sarà il suo oro o i suoi raccolti, ma voi!”
“Una guerra?” Ripetè allarmata lei. “Che pazzia!”
“Si, una guerra!” Esclamò lui. “I miei uomini si lancerebbero nell’Ade per me! Ed io, pur amandoli come fratelli, non esiterei a sacrificarli tutti per voi! Sacrificherei tutta la Cornoivaglia, tutta la Britannia ed anche l’Europa intera se dovesse servire! Amatemi, Talia… amatemi come nessuna ha amato mai…”
“Milord…” sospirò lei quasi vinta da quell’irrefrenabile ardore “… eppure basterebbe una semplice cosa per mettere fine a tutto questo… a ridarvi la serenità…”
“Cosa, mia signora?”
“Sposarvi…” sospirò lei con un filo di voce “... sposatevi e dimenticatemi…”
“Credete davvero sia così? Come potrei temere ancora la morte? Sono appena morto, milady… e per mano vostra… e sia… è quanto chiedete? Allora lo farò, ma ad una condizione… che siate voi a scegliere la mia futura moglie… per me una donna vale l’altra… finirei per odiarla per tutte le volte che non ritroverei il vostro sguardo sul suo volto...”
“Milord…” con un sospiro lei “… una grazia vi chiedo…”
“Qualsiasi, milady…”
“Lasciate Cartignone… lasciate questa terra e non fatevi più ritorno… giuratemelo... su quanto avete di più sacro... sapervi al sicuro sarà un sollievo…”
“Non giurerei mai il falso su di voi…”
“Addio, cavaliere…”
“Dopo un vostro pegno…”
“Non ho più nulla...” rispose lei “… quanto di vivo e bello avevo, si è spento allora in quel bosco quando fui rapita…”
Allora, spinto da quell’amore, tanto intenso e travolgente quanto disperato, Guisgard la strinse a sé e la baciò con una passione senza fine.
“Tornerò… prima di tre mesi...” disse guardandola negli occhi“…se sarò ancora in vita, tornerò…aspettatemi, milady… come si attende l’aba… aspettatemi...”
“E’ ora di andare, milord…” mormorò lo stalliere.
La fissò ancora una volta e sospinto quasi a forza dal fedele Gilbert, senza togliere mai gli occhi dal volto di Talia, Guisgard svanì nell’oscurità della stanza.




Un leggero alito di vento penetrò da una delle finestre aperte e soffiò nella stanza, facendo quasi spegnere la piccola candela accanto al letto di Talia.
La ragazza si svegliò in quel momento.
Per un attimo indefinito quel sognò sembrò ancora avvolgerla, per poi svanire tra le ombre di quella notte d'Inverno a Cartignone.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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