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Vecchio 04-02-2011, 02.19.04   #1083
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quella cella, umida e silenziosa.
Avvolta da un silenzio angosciante, solamente interrotto da un gocciolio che ad ogni istante diventava sempre più insopportabile.
"E tu hai condotto qui la figlia del cavaliere?" Chiese contrariato Guisgard a Cavaliere25. "Proprio nel covo di questi pazzi? Ma cosa volevi fare, mi chiedo, tutto solo contro questi fanatici?"
"Non siate adirato!
Egli è già disperato!"
Cercò di calmarlo Iodix.
"Il buon giullare ha ragione, cavaliere..." intervenne il Cappellano "... è inutile litigare tra di noi..."
Guisgard masticò amaramente e restò in silenzio per qualche istante.
"Come finirà questa storia?" Fissando poi Morven. "Forse è già finita... anzi, magari lo fosse... forse il peggio ancora deve venire..."
Fissò il vuoto di quella cella, come se il suo sguardo fosse attraversato da inquieti bagliori di rabbia e insofferenza.
“Voi credete molto nella cavalleria, vero?” Chiese a Morven, con un sorriso malinconico.
“E voi?” Domandò il Cappellano.
“Io...” mormorò Guisgard “… ho smesso di crederci da tempo…”
“E in cosa credete ora?”
“In niente…” rispose “… niente che non sia me stesso… è l’unica causa che mi sta a cuore…”
“E perché allora siete qui a morire con tutti noi?” Domandò ancora il Cappellano.
Guisgard non rispose nulla.
“Non esiste nessuno che non crede in nulla!” Continuò il chierico.
“Io… la cavalleria… la fama… l’amore… non esiste nulla di tutto questo…” rispose Guisgard poggiando il capo alla parete.
“Siete il primo a sapere che ciò non è vero, cavaliere!”
“Ho affrontato tante sfide, tanti duelli… e sempre ne sono uscito vincitore, nella ragione come nel torto… ma nei fatti d’amore so che fallirei…”
In quel momento la porta della cella si aprì e, accompagnato da alcuni dei suoi, Dukey entrò in quella prigione.
“Signori…” cominciò a dire con un ghigno sul viso “… il tempo è giunto… avrete l’onore di purificare il prossimo rito sacrificale!”
“Cane, liberami ed affrontami da uomo!” Gridò Guisgard.
Dukey accennò un sorriso simile ad una beffa.
Si avvicinò poi al cavaliere e lo colpì con un forte calcio allo stomaco.
“Mal… edet… to…” ansimando per il dolore Guisgard.
“Domani tutto si compirà, amici miei!” Esclamò Dukey.
“Milord…” lo chiamò uno dei suoi entrando nella cella “… una delle prigioniere chiede di voi…”
Dukey annuì e, dopo aver gettato un’altra occhiata di disprezzo ai prigionieri, uscì, sempre accompagnato dai suoi, da quella cella.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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