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			"Cosa volete dire?" chiese inquieto Guisgard voltandosi verso Morven.
 Ma Morven quasi non lo udì.
 Intorno  si diffuse una lenta melodia, simile ad un confuso lamento, una litania  ingosciante che sembrava voler avvolgere le loro orecchie.
 
 "... ecco che comincia la danza della morte..." mormorò Gaynor.
 
 Ma nemmeno questo Morven udì.
 Non  sentiva nulla, non riusciva quasi a distinguere la stessa musica  insistente che aveva invaso la stanza. Per lui non era che un lontano,  indistinto brusio, perchè il grido di Samsagra gli riempiva le orecchie e  non gli permetteva di udire nient'altro.
 Il giovane si strinse ancor  di più la testa tra le mani... la voce della sua spada era come una  voce di donna che si librava in alto con note strazianti.
 Era impossibile sfuggirle, impossibile liberarsene. Era nella sua testa, nelle sue vene, nel suo sangue...
 
 Samsagra... basta... Samsagra... perchè mi fai questo?
 
 Ma  il grido non cessò e non si affievolì, ma lentamente la mente di Morven  si distese, e, pianissimo, sotto quell'acuto, egli cominciò a sentire  delle parole umane... si sforzò, seguì quella scia, e si accorse che  Samsagra stava proseguendo la sua preghiera, quella stessa preghiera che  egli stava recitando e che di colpo aveva interrotto...
 ...Mille cadranno al tuo fianco
 e diecimila alla tua destra;
 ma nulla ti potrà colpire...
 Morven, a quelle parole si sentì invadere da una grande calma, una calma soprannaturale...
 
 "Samsagra... mi hai ascoltato..." mormorò pianissimo "e io... io mi fido di te!"
 
 E  in quel momento, appena pronunciate quelle parole, l'urlo straziante si  flettè e si trasformò, e dalla voce di Samsagra sgorgarono soltanto le  note di un bellissimo canto. La sua voce di sirena avvolse Morven nelle  sue dolci volute, e in quel momento egli comprese... Samsagra lo stava  proteggendo.
 Quella nenia era un'arma subdola del nemico, inviata per  risvegliare la paura e lo sconforto, l'orrore e la disperzione. Ma lui  non poteva udirla, perchè Samsagra cantava per lui.
 Qualunque fosse stato il sortilegio di quei mostri, egli ne sarebbe stato immune, perchè la sua preghiera era stata ascoltata.
 
 Guardò  Guisgard, che con la sua ocarina tentava di sfidare quelle arti  maligne. Non la sentiva risuonare, ma poteva intendere il tentativo  fatto dal cavaliere.
 Gli andò vicino e lo fissò con grande serietà.
 
 "Cessate  pure la vostra musica, amico mio, e per una volta fidatevi di me...  siate per me come Euriloco per Ulisse... venitemi dietro... andrò io  avanti, stavolta, perchè ho con me uno scudo che mi protegge da questa  stregoneria!"
 
 E mettendosi alla testa del gruppo, cominciò ad avanzare verso quel buio da cui la musica sembrava sgorgare.
 
				__________________"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
 "Rimarrò ben  salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò  poggiato gli occhi!"
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