Quella stanza, animata da inquiete ombre e tormentate emozioni, appariva come un luogo fuori dal mondo e dal tempo.
La debole luce di quella candela sembrava solamente sfiorare il buio di quel posto, rendendo ancora più inquietanti le immagini che circondavano Talia.
La voce di Bumin, con le sue deliranti promesse di morte, risuonava ancora tra quelle pareti.
E questo non faceva che rendere ancora più cupa e disperata la prigionia della dama di Cartignone.
Poi quello specchio.
Sembrava attrarre a se la lieve luce della candela, riflettendo enigmatici bagliori dalla sua superficie.
E quella nebbia.
Densa, inquieta, pareva quasi danzare ed avvolgere ogni cosa.
Poi, ad un tratto, alcune figure cominciarono a muoversi tra quella innaturale nebbia...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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