Quel cunicolo, avvolto da una perenne ombra e racchiuso come una lunga prigione dalle granitiche pareti di pietra, echeggiava dei passi di quella figura che si avvicinava al gruppo.
"Fermati, cane!" Intimò Dukey a quella figura. "Fermati o assaggerai le nostre spade!"
Ma quella continuava ad avvicinarsi, incurante di qualsiasi minaccia.
Ad un tratto, quando la figura fu a pochi passi da una delle loro torce, si udì il grido di Iodix:
"Padrone! Mio signore!
Che gioia ho nel cuore!"
E gli si lanciò addosso.
Ma Guisgard non rispose nulla e raggiunse il gruppo.
"Vi riconosco..." disse Dukey "... siete il cavaliere che incontrai a Cartignone! Ma cosa portate sulle spalle?"
Si accostò allo strano peso che Guisgard portava con sè e gridò disgustato:
"Che io sia dannato! E' un nano! Ed è anche morto!"
Guisgard lo ignorò.
"Una carcassa di nano morto!" Aggiunse Dukey. "Gettatela via o attirerà i ratti!"
"Toccalo e sarà la tua carcassa ad attirare i ratti..." mormorò Guisgard senza neanche fissarlo.
Bumin restò in silenzio davanti a quella scena, mentre scrutava con attenzione lo sguardo di quel cavaliere.