Intanto, nella grande sala sacra agli Atari, Talia si trovava davanti al loro malvagio signore.
"Non dovreste sprecare il contenuto di quel calice..." disse Guxio "... quell'elisir è capace di portare pace a Cartignone..."
La fissò con uno sguardo profondo ed intenso, come se cercasse di leggere fin nei meandri del cuore di lei.
"Pensate..." continuò "... niente più martiri... ne altri morti... magari cominciando proprio da questo luogo..."
In quel momento su uno specchio posto davanti a Talia presero forma alcune immagini confuse.
Sembravano diverse persone.
Talia allora, fissandole meglio, riconobbe alcuni volti a lei noti: Bumin, Dukey, Morven e il Cappellano.
"Quegli stolti credono di poter giungere in questo luogo liberi come il vento..." aggiunse Guxio "... ma nulla può accadere qui senza che io lo sappia!"
Si avvicinò allora a Talia, dopo aver raccolto il calice che lei aveva buttato a terra.
"Un altro gesto simile, milady..." disse con tono fermo "... e comincerò a far uccidere i vostri amici uno alla volta... ed ora brindiamo?" Chiese porgendole nuovamente quella coppa dopo averla riempita.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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