[Guisgard]

CAMELOT, CASERMA DI ADDESTRAMENTO DEI CADETTI

(grida dei cadetti e colpi di spade)
(entrano due gentiluomini)

"Abbiamo sentito strene e favolose storie, su un certo tal cavaliere..." comincia a dire saracastico il primo gentiluomo "... il nome, mi pare, fosse sir Guisgard..."
"Di certo più simile" gli fa verso il suo compare "ad un buffone, un attore da strada, più che ad un cavaliere!"
"Ben detto, mio buon amico!" Con una sonora risata il primo gentiluomo.

(accorrono tutti i cadetti)

"Marrani, filate" gridano in coro "o al suo arrivo taglierà la gola ad entrmbi!"
"Ma chi sarà mai questo fantomatico sir Guisgard!" Esclama, con ironia mista a disprezzo, il primo gentiluomo.
"Forse un novello Ammazzasette!" Fa il suo compare.

(ad un tratto un gran silenzio)
(entra Guisgard)


"Sono sir Guisgard, cavaliere e amante perfetto,
di messer Amore sono di gran lunga il prediletto.

Ho un destriero che è un bomba,
fieno, biada e parte in tromba!
Ad ogni tenzone carica forte e fiero
e se punta il nemico è uno sparviero!

Sono sir Guisgard, cavaliere e amante perfetto
e vedermi in una tenzone fa sempre un certo effetto.

Quando vedo una bella dama
quella tutta già mi ama e brama,
perché ho un gran fascino latino
e son bello come il Sole del mattino!"


Coretto dei cadettii:
"Guisgard è come Lancillotto,
abile di penna, spada e giavellotto!"


"Sono sir Guisgard cavaliere e amante perfetto,
il cuore della più bella una margherita mi ha predetto.

Io ho avuto da bambino, Carlomagno per padrino
ed alla sua corte divenni il suo più forte Paladino!
Un bacio alla sensuale e ambita Angelica strappai
e la sensuale maga Alcina col mio fascino io stregai!

Sono sir Guisgard, cavaliere e amante perfetto,
io come rubacuori ormai per mestiere mi diletto.

Cavalieri, inchinatevi e fatemi gli onori!
Salutate educati oppure son gran dolori!
Ricordate che con me si paga ogni scotto,
perché fra i cavalieri mi è pari solo Lancillotto!"


Coretto dei cadettii:
"Guisgard è come Lancillotto,
abile di penna, spada e giavellotto!"


(i gentiluomini lasciano la caserma tra le risa e gli sfottò dei cadetti)